Giorni balinesi di Giancarlo Cittolin, un avventuriero del nostro tempo.
Desideravo scrivere una recensione su questo libro, Giorni Balinesi, lo volevo fare nella maniera più giusta, con un’analisi critica dell’opera, fornendo informazioni sull’autore e sul contenuto, aggiungendo ovviamente la mia opinione personale e le emozioni che mi aveva trasmesso questa lettura. Ho pensato che la maniera migliore per una blogger, è quella di farlo attraverso il proprio sito web.
Giorni Balinesi mi ha toccato il cuore in modo particolare. Perché parla di espatrio e di una nuova vita in un luogo esotico, della capacità di adattarsi e capire questa cultura antica e misteriosa, di quest’isola tanto amata di nome Bali.
Ma non ho voluto fermarmi a una recensione del libro, perché ritengo sia molto interessante per un viaggiatore, conoscere meglio l’autore, Giancarlo.
giorni balinesi appunti di vita e viaggi nell’arcipelago

Giancarlo riporta i suoi Giorni Balinesi, oltre 10 anni di vita e viaggi nel grande arcipelago Indonesiano, un libro adatto a tutti quelli che vogliono conoscere meglio la cultura di questo paese.
Ogni mio viaggio è prima sogno, immaginazione, volo mentale. Poi il tragitto mi porta attraverso la lettura di libri, riviste, guide, diari e, da pochi anni, siti web. Comincia così, in modo “virtuale” ogni mio percorso per il mondo. Questa fase dura molto a lungo, mesi, a volte anche anni perché per me è essenziale stimolare la fantasia, nutrire la mia personale visione della realtà.
A chi si accinge a raccogliere gli spunti, le informazioni e i pensieri che saranno l’antefatto del viaggio metto a disposizione le mie conoscenze. Poi, quando si è per strada, ogni luogo viene vissuto in modo originale se si è capaci di osservare con attenzione e tolleranza.



un viaggio sognato,
Giancarlo Cittolin
seguendo le parole di scrittori ed esploratori,
alla ricerca di animali e piante elusivi e fantastici,
avvicinando culture millenarie sotto i cieli di Indonesia

Biologo, viaggiatore, blogger, scrittore, expat, appassionato di natura e cultura orientale, chi è Giancarlo.
Aggiungo in ordine di tempo: calciatore e aikidoka, insegnante precario alle medie. Ittiologo e ricercatore prima, senior expert poi in acquacoltura. Nomade per lavoro, grazie ad una compagna che con amore e pazienza ha consentito i miei infiniti spostamenti. Ma soprattutto indefesso sognatore. Sono felice con mia moglie nella nostra casa balinese, e lo sono anche su una barchetta che attraversa i laghi del bacino del Sentarum in Kalimantan o accosciato in una Sa’o Ria ad ascoltare i discorsi delle donne Lio di Flores mentre preparano il cibo per la Gawi, la grande festa agricola.
La domanda più banale che viene fatta a un expat, cosa ti ha portato a scegliere Bali come luogo in cui vivere.
Una volta in pensione, io e mia moglie avevamo in qualche modo bisogno di allontanarci dall’Italia e di vivere in un ambiente tropicale, familiare e confortevole. La scelta è caduta su Bali perché qui avevamo passato gran parte delle nostre vacanze nei precedenti 25 anni. Oltre alle conoscenze, tornate utili al momento del traferimento, Bali è per noi un ambiente, usi e lingua già sufficientemente familiari da superare il culture shock. In più è un punto focale da cui spostrasi per visitare l’Indonesia.
Qual è il libro o l’articolo letto, che ti ha fatto sognare e decidere di partire.
Molti. Il vero inizio è stato la guida “Bali e Lombok” di Pietro Tarallo, CLUP edizioni. Ci ha accompagnato nei primi giri in moto a conoscere l’isola. Poi senz’altro “A House in Bali” di Colin McPhee, “ Island of Bali” di Miguel Covarrubias e “Sekala e Niskala” di Fred Eiseman. Negli anni molti sono stati i viaggi ispirati a libri letti: l’ultimo è stato la risalita del fiume Mahakam in Kalimantan Orientale, ispirato dalla lettura di “The Head-Hunters of Borneo” di Carl Bock.
Hai avuto la fortuna di conoscere molte culture dell’Indonesia, quale ti ha lasciato un ricordo indelebile.
Come ho detto spesso ad amici e viaggiatori, Flores è come il primo amore e Sumatra è il karma. Due isole che lasciano impronte incancellabili nella mente. Contenitori di una apparentemente infinita sequenza di culture, usi e architetture di grande suggestione. Tra i tanti momenti vissuti ricordo un funerale con relativo sacrificio di bufali in Tanah Toraja, Sulawesi Centrale e i giorni passati con gli abitanti di Saga, etnia Lio Ende a Flores.



In un mondo dove ci sono sempre meno lettori, tu hai scritto due libri, dove nasce la tua passione per la scrittura.
Dalla emozione che mi ha dato, fin da piccolo, la lettura. Sono stato sempre un viaggiatore della fantasia e leggere ha significato compiere infiniti viaggi, a cui si sono aggiunti i viaggi “fisici”. Scrivere scaturisce dal bisogno di condividere le sensazioni provate percorrendo le strade dell’Indonesia. Infatti i libri scritti sono due testi legati alle mie esperienze di viaggio nell’Arcipelago Indonesiano.
Tratto da Sumba e Flores Un percorso, attorno a due isole del grande arcipelago indonesiano, che svela aspetti insoliti della natura e delle culture di questo immenso paese. Flores rivela animali, piante e popoli che si dipanano tra le sue isolette ed i suoi vulcani, come seguendo un filo logico, un'evoluzione ...

L’imprevisto più difficile che hai dovuto affrontare durante un viaggio.
Più che un imprevisto, una situazione un po’ di paura. Dormivo sotto un telo nella jungla al limitare di una grande radura nel parco Way Kambas, Sumatra Meridionale. Senza alcuna protezione. I sogni erano conditi dal ruggito lontano della tigre.
Viaggiare è anche avventurarsi in una cultura culinaria diversa, qual è il piatto più strano che hai mangiato.
Ah, ah. Tema intrigante. Io mangio di tutto e questo mi ha portato ad assaggiare il trites, specialità dei Batak Karo, etnia di Sumatra Ocidentale, il cui ingrediente principale è un bolo di erbe quasi già digerito da un bufalo e battezato “vomito di vacca” da colonizzatori olandesi: delizioso e pungente. Ma devo anche citare il paniki, il pipistrello bollito in latte di cocco e spezie tipico dei Minhasa di Sulawesi Occidentale: piccante.
C’è un personaggio del passato, scrittore, giornalista, viaggiatore, che ha ispirato la tua filosofia di viaggio.
Anche qui molti. Lo scrittore che ha per primo formato la mia suggestione verso i paesi lontani è stato Emilio Salgari. In seguito mi hanno certamente colpito gli scritti di Tiziano Terzani e di Bruce Chatwin.



Che libro consiglieresti a un viaggiatore in cerca di avventura.
“Il dio dalla pelle azzurra” di Jonathan Blank. La narrazione di un lungo viaggio nell’India degli anni ‘90 che ripercorre il cammino mitico e spirituale di Rama (al centro delle vicende narrate nel Ramayana) attraverso l’intero subcontinente. Un viaggio che non farò mai ma a lungo sognato.
Elizabeth Pisani, scrive : Indonesia viaggio nella nazione improbabile, tu come intitoleresti un tuo libro su questo paese.
Mette l’accento sulla difficile convivenza di culture tanto diverse. La diversità culturale e biologica è la vera fisionomia di questa nazione. Lo intitolerei “l’arcipelago delle diversità”.
giorni balinesi : Un’ultima domanda, Viaggiare è …
E’ attenzione all’insolito, al diverso. E’ imparare l’arte della tolleranza e del rispetto. E’ apprezzare più il cammino fatto che non la meta.
Se ti interessa sapere di più dei viaggi in Indonesia di Giancarlo, segui il suo blog
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