6 travel blogger raccontano la loro esperienza di viaggio in Indonesia. Ma chi sono i travel blogger e perché i loro pareri sono importanti?
Essere travel blogger vuol dire avere una grande passione per i viaggi, e avere voglia di raccontarli attraverso il web. Condividendo racconti, consigli, foto, per regalare spunti e idee, ad altri viaggiatori.
Travel blogger occhi e cuore
Il viaggio non è uguale per tutti, ognuno di noi lo vive in maniera diversa. Ecco che spesso lo stesso paese, e la stessa attrazione, possono dare emozioni diverse e quindi avere anche descrizioni diverse.
Travel blogger in visita al maestoso Borobudur

L’Indonesia è uno stato che, dal punto di vista della religione, ha una maggioranza di fedeli musulmani. Ma esiste una cospicua quantità di fedeli buddhisti. Quindi si trovano alcuni bellissimi templi dedicati a questa religione.
Come arrivare al Borobudur
Il modo più comodo per raggiungerlo è dalla città di Yogyakarta, preferibilmente in automobile, ma ci sono anche dei tour organizzati in pullman che raggiungono la località. Non ci sono invece mezzi pubblici.

Il tempio montagna
Borobudur è, a mio avviso, il più bello di tutti. Si trova sull’isola di Giava, nella parte orientale. E’ imponente, la sua struttura ti colpisce già da lontano e man mano che ti avvicini ti prende sempre di più. Infatti, sono moltissimi i viaggiatori che ogni anno si recano a Borobudur per visitarlo ed apprezzarne la bellezza.
Il tempio è costituito da 10 terrazze; ognuna di esse rappresenta uno stadio del percorso del Buddha verso l’Illuminazione. Ovviamente, la terrazza superiore, quella che domina l’intero complesso archeologico, è la più spettacolare. Essa è decorata da decine di stupa, posizionate in cerchi concentrici. Ognuna di esse contiene una statua del Buddha, ma una sola è aperta in modo che la statua possa essere vista.
Malgrado i vari terremoti che hanno scosso la zona (non dimentichiamo che l’Indonesia è una zona a forte rischio sismico), il complesso è molto ben conservato e non mostra tracce di crepe, diversamente da un altro tempio situato nelle vicinanze. Mi riferisco al tempio induista di Prambanan, che di solito viene inserito in un tour di Giava est.
Se mi permettete un consiglio, visitate Borobudur insieme ad una guida; vi aiuterà a conoscere meglio la storia del tempio e di Buddha, e vi farà capire il significato delle varie statue ed incisioni. Una visita guidata, insomma, è il modo migliore per apprezzare Borobudur.
Se poi la vostra visita avviene all’alba, il fascino del tempio aumenterà, non solo per i colori dorati del cielo, ma anche perchè a quell’ora il flusso di turisti è molto più scarno.
Travel Blogger in giro tra mercati e spiagge di Lombok

Lombok, peperoncino in lingua sasak.
La prima volta ci sono stata parecchi anni fa, fermandomi qualche giorno nella zona di Sengiggi, nella parte ovest dell’isola, belle spiagge e tramonti spettacolari ma non mi aveva entusiasmato,
Due anni fa sono tornata a Lombok, con un comodissimo volo da Bali, poi dall’aeroporto un taxi che in circa 20 minuti mi ha portata a Kuta, dove avevo prenotato un homestay, situata poco distante dal centro, avevo un bungalow stile sasak in un bellissimo giardino, ottima posizione anche per visitare i dintorni.
Si può arrivare a Lombok con un breve volo da Bali, oppure con traghetto, ma se si soffre il mal di mare lo sconsiglio vivamente, quel tratto di mare è sempre piuttosto mosso, lo dico per esperienza vissuta.

Kuta Lombok
Il centro di Kuta nonostante adesso sia molto turistica, ha mantenuto un suo fascino selvaggio, molto frequentati dagli amanti del surf, offre bellissime spiagge bianche e insenature stupende. La vita notturna a Lombok è pressoché inesistente e ha un atmosfera quasi retrò e questo è anche il suo fascino.
Ho noleggiato uno scooter che qui è davvero indispensabile, per muoverti in assoluta libertà e decidere quando e dove andare. Le strade principali sono in buone condizioni, quando ti addentri per arrivare alle spiagge, spesso si trovano tratti di sterrato sassosi ma basta andare piano e non si corre alcun pericolo.
Per i miei pochi giorni a disposizione ho deciso di visitare le spiagge e i villaggi nei dintorni di Kuta. Qui al sud è il paradiso dei surfisti, non c’è uno scooter in giro che non abbia una tavola a lato.
Lungo le strade puoi trovare di tutto, signore che vendono pesci infilzati in uno stecco di legno che cuociono sulle braci, bancarelle con frutta, tessuti, artigianato in legno, tanto peperoncino steso al sole a bordo strada, e tanti espositori con bottiglie piene di benzina per fare il pieno al tuo scooter.
Le favolose spiagge di Kuta Lombok
E via alla ricerca delle famose spiagge : Tanjung Aan con sabbia a grani grossi circondata da enormi palme, a circa 20 minuti da Kuta.
Verso ovest Selong Belamak, la strada per arrivarci è molto bella, attraverso villaggi e campi di tabacco, è una grande spiaggia bianca con qualche warung dove mangiare, molto bella, però questa volta l’ho trovata piuttosto sporca.
La spiaggia di Mawun, si arriva attraverso una strada sterrata, la baia è bella e pulita, anche qui si paga l’ingresso come in quasi tutte (10mila rupie circa) unico neo, è quasi impossibile fare il bagno perché le onde sono molto alte, altre due belle spiagge non lontane da Kuta sono Kosong e Mandalika ,in quasi tutte le spiagge se ti fermi a mangiare i lettini sono gratis, spesso si possono trovare le mogli dei pescatori che cucinano ottimo pesce fresco, da provare.
Travel Blogger a un matrimonio sasak

Ho avuto anche la fortuna di assistere ad un matrimonio sasak, un bellissimo e colorato corteo bloccava chilometri di strada, dove gli sposi tutti agghindati sfilavano con gli invitati, chi a piedi chi in moto, chi a cavallo, e tantissimi musicisti che suonavano trombe e tamburi.
E’ facile muoversi su quest’isola, la gente è disponibile e pronta ad aiutarti in caso di bisogno, buona parte della popolazione appartiene all’etnia sasak, che conserva ancora affascinanti tradizioni, seguono la religione islamica ma non fondamentalista, un’ islam molto influenzato dall’animismo.
Tra spiagge campi di tabacco e peperoncino
In ogni caso visitare un villaggio sasak è una bella esperienza, magari accompagnati da una guida locale per capire meglio la loro cultura.
A Lombok ho mangiato molto bene, una cucina diversa rispetto alla vicina Bali, comunque ottimo pesce alla griglia, buonissime zuppe, e anche il famoso ayam taliwang, pollo grigliato con la piccantissima salsa sambal che praticamente viene messa ovunque.
Tra spiagge, villaggi paesini e mercati le mie giornate sono volate, l’ultimo giorno non ho voluto perdere il mercato settimanale di Kuta (se non ricordo male il sabato), molto diverso dai mercati visti finora, si vende qualunque merce, dal cibo, alle macchine da cucire, al letame, già dal mattino presto, si vedono lunghe file di carretti trainati da cavalli con le signore pronte per fare le loro spese, i carretti si fermano in fila lato strada e le aspettano pronti a ripartire carichi di merci. Ci sarebbe ancora tanto da vedere su quest’isola, ma è l’ora di ripartire, vorrà dire che ancora una volta tornerò a Lombok.
Travel blogger; trekking nell’altopiano di Dieng

Java non è fra le isole più turistiche dell’Indonesia. Pur avendo grandi bellezze naturali o create dall’uomo nell’antichità, il suo fascino è sempre stato minato sia dalla forza negativa della natura con eruzioni e terremoti sia dalla mano dell’uomo che ha fatto esplodere ripetute bombe negli anni bui degli attentati.
Eppure Java ha tesori inestimabili e, spesso, poco conosciuti. Uno di questi è sicuramente l’altopiano di Dieng. Un luogo remoto, lontano dalle mete più turistiche.
Ci vuole tanta motivazione per raggiungerlo, innumerevoli cambi di piccoli bus pubblici, viaggi scomodi stretti uno all’altro con uomini, donne, galline e sacchi di verdura. Tante ore per percorrere meno di 100 km da Borobudur. I giavanesi ti guardano curiosi, desiderosi di comunicare nonostante il limite della lingua. Pronti a elargire sorrisi ed aiuto per individuare il pulmino giusto per avvicinarsi alla meta.
L’ambiente è un po’ desolato all’arrivo a Dieng. Qui di turisti non ne arrivano così tanti. Si dorme con pochi dollari a notte, in camere non proprio confortevoli, ma il letto si sfrutta poco perché a Dieng si va soprattutto per ammirare lo spettacolo dell’alba sull’altopiano.
All’hotel forniscono una guida che stupisce per la sua capacità di camminare sicura al buio, davanti a voi. Si cammina alla luce delle stelle e della luna, intorno buio e silenzio. Fino al momento in cui iniziano i richiami dei muezzin per le preghiere del mattino che rendono l’atmosfera ancora più intima e suggestiva.
L’alba dalla vetta del Sikunir
Quando si arriva in alto, sul monte Gunung Sikunir, non si percepisce da che cosa si è circondati. Prima il buio completo, poco dopo le cime di tre vulcani che emergono da un mare di nebbia. Poi, all’improvviso, le prime luci dell’alba ed un mondo incantato che ti si schiude davanti. Quello che più colpisce sono i colori: il verde della vegetazione, il turchese e verde smeraldo dei laghi e l’azzurro del cielo. Tutti incredibilmente intensi.

È uno spettacolo che non si dimentica l’alba all’altopiano di Dieng, uno dei miei ricordi di viaggio più belli.
Travel blogger in barca nel Komodo National park
Ritorno dopo qualche anno, a navigare tra le isole del Komodo National park. Uno dei gioielli dell’Indonesia, isole dai panorami incredibili, mare azzurrissimo, flora e fauna marina e terrestre tra le più rare del mondo.
Un luogo meraviglioso di cui parleremo ancora, ma questa volta voglio portarvi con me a Pulau Padar. Un’isola che in pochi anni diventata una delle icone del paese grazie alla sua bellezza selvaggia.
Dove si trova Padar
Padar, è la terza isola più vasta del Parco Nazionale di Komodo, dopo Komodo e Rinca.
L’isola ha uno scenario unico e inconfondibile, caratterizzato da aspri picchi aguzzi, una scarsa vegetazione, e diverse baie a mezzaluna, che hanno la particolarità di avere la sabbia di vari colori, bianca, grigio/nera e rosa.
Come arrivare a Padar
Per visitare il Komodo National Park, occorre prima arrivare a Labuan bajo, città nell’isola di Flores, che è raggiungibile con voli giornalieri da Bali o da Jakarta. Una volta arrivati a Labuan bajo è possibile scegliere la soluzione di navigazione preferita, in base al budget e ai giorni a disposizione, con entrambe le soluzioni si riesce a vedere le maggiori attrazioni dell’aerea, tra le quali l’imperdibile Pulau Padar.
- Una crociera di più notti
- Tour giornalieri in barca veloce.
Il trekking per la cima

Il trekking fino alla cima dell’isola è adatto a tutti, e richiede circa 30/40 minuti. La prima volta che ci sono stata occorreva arrampicarsi per un ripido sentiero molto scivoloso, ma oggi, un comodo camminatoio conduce in tutta sicurezza fino alla cima. Portate con voi crema solare, indossate sandali o scarpe da trekking, cappello e occhiali da sole, e una bottiglia di acqua da bere.
Quando andare
Il momento migliore per scalare l’isola di Padar è al mattino presto, ancora prima che il sole sia alto, se state facendo una navigazione di più giorni, allora potete scegliere anche le ore prima del tramonto.
Ci sono i dragoni a Padar
L’isola di Padar è nel territorio dei draghi, ma sembra che questi grandi e temibili animali, stiano solo nell’inaccessibile estremo nord dell’isola.
Padar emozione infinita

E’ ancora buio e l’aria fresca del mattino che giunge dal mare, mi accarezza la pelle procurandomi un leggero brivido. La conquista della vetta di Pulau Padar, è come la ricordavo, anzi, ancora meglio. Lo sguardo si perde tra le punte aguzze e scende giù dalle vette, fino ad accarezzare la soffice sabbia delle baie perfette, per poi lasciarsi andare nell’immensa distesa d’acqua che sembra scintillare sotto i primi raggi del sole. Continuo a stare immobile seduta su una roccia, ho il cuore pieno di emozione, mentre penso a quanto sono fortunata di essere in un luogo da fiaba come questo
Travel blogger; l’isola nell’isola a Nusa Lembongan

Se dovessi trovare un termine adatto a definire questo luogo, lo definirei “L’Isola nell’Isola”!
Nusa Lembongan, infatti, dal punto di vista amministrativo fa parte dell’Isola di Bali, da cui dista circa mezz’ora di tragitto con l’aliscafo veloce in partenza da Sanur!
Anche se meno sconosciuta rispetto a qualche anno fa, Lembongan mantiene ancora le atmosfere dell’Isola di Bali di un tempo, ed è davvero piacevole da visitare e vivere!
Padroni incontrastati di Nusa Lembongan, sono il mare, da vivere sopra e sotto la sua superficie, la sua splendida Natura, i paesaggi idilliaci costellati da piccoli villaggi e le vicine isolette sorelle di Nusa Ceningan e Nusa Penida!

Travel blogger e le spiagge di Nusa Lembongan
Anche gli alloggi ed i piccoli alberghi presenti su questa isola sono improntati al relax ed al piacevole vivere con lentezza le giornate di mare. Noi abbiamo soggiornato al Bay Shore Huts, delle deliziose “Capanne” attrezzate con ogni confort, con vista sulla splendida Tamarind Bay ed il dirimpettaio vulcano Agung!
Anche se le spiagge sono davvero bianche e paradisiache, è bene ricordare che qui, il fenomeno delle maree è molto forte e spesso le spiagge sono ricoperte da coralli.
Fra le spiagge che dovete assolutamente vedere a Nusa Lembongan, vi segnalo Jungut Batu, la “Long Beach” dell’isola, Dream beach, Sunset Beach, l’affascinante baia delle scogliere di Devil’s Tear e da ultima, ma non ultima, Mushroom Bay.

Mushroom è la spiaggia più frequentata dell’isola, ma anche quella dove arrivano le imbarcazioni provenienti dalle altre isole.
A Mushroom ci potete andare anche per sorseggiare un aperitivo sulla spiaggia o ancora, per cenare in uno dei tipici localini presenti, i warung! Gustate il cibo indonesiano, non ve ne pentirete!
Un’ isola da vivere lentamente
Per vivere appieno la bellezza dell’Isola di Nusa Lembongan, vi consiglio di affittare un motorino e girarvela con calma!
Fra i luoghi che non potete perdervi ci sono il Mangrove Point e lo Yellow Bridge, che separa Nusa Lembongan da Nusa Cenigan, con la sua splendida spiaggia di Blue Lagoon, un incanto di mare cristallino e trasparente!
E poi ci sono loro: i balinesi! Un popolo che ci insegna a guardare al mondo ed alle cose con un sorriso!
Spero di tornarci presto per continuare a scoprire tutta la bellezza che questa parte dell’Asia e dell’Indonesia sanno regalarci!
Travel blogger in viaggio fuori rotta a Rote Island

Dopo anni passati a gironzolare in lungo ed in largo per gli Stati Uniti, ho finalmente deciso di andare a trovare la mia grande amica Bru in Indonesia. Sebbene io pianifichi viaggi per lavoro da oltre 20 anni, per una volta ho lasciato carta bianca per la pianificazione a lei, grande amante dell’Indonesia e espatriata a Bali da anni.
La mia unica richiesta era di scegliere un’isola selvaggia, poco turistica, per assaporare quanto più possibile quanto questo arcipelago potesse essere “wild”. La scelta è ricaduta su Rote Island.
Dove si trova Rote
Rote è un’isola remota che fa parte del Nusa Tenggara Timur, sotto la reggenza di Rote Ndao. E’ l’isola più meridionale dell’arcipelago indonesiano, più vicino all’Australia che alla capitale Jakarta.
Come arrivare a Rote
Per arrivare a Rote da Denpasar (Bali) bisogna prendere un volo per Kupang, e successivamente un bielica da 20 posti circa per la vicina Rote Island.
In alternativa, sempre da Kupang ci sono i traghetti che raggiungono l’isola, in due ore circa di navigazione
Noi abbiamo optato per il volo, che in pochi minuti da Kupang ci ha fatto arrivare a destinazione.
L’arrivo a Rote
Appena arrivati all’aeroporto, ad aspettarci c’era una delegazione in abiti tradizionali, che cantava l’inno nazionale. Ci siamo sentiti davvero importanti, fino a quando non abbiamo scoperto che il caloroso ben venuto era per un politico che era sul nostro volo.
Ad attenderci all’aeroporto c’erano 2 auto (eravamo un gruppo di 6 persone) per portarci al nostro hotel che distava circa 1 ora e mezza.
Ci siamo subito divisi, come alle elementari, maschi su una macchina e femmine dall’altra. Abbiamo cercato in inglese di comunicare con il nostro driver, ma le sue conoscenze della lingua anglosassone erano limitate, ci ha pensato Bru con il bahasa a tradurci qualcosa.
Il primo impatto, attraversando l’isola nella parte centrale è di quanto sia brulla. Piove poco a Rote e si vede. Aride colline a perdita d’occhio, sono intervallate da piccoli villaggi fatti di capanne, in cui i sorridenti abitanti, poco abituati al turismo, si fermavano vedendoci passare.
Avvicinandoci alla costa il panorama diventa più dolce, grazie alla vegetazione.
Arriviamo al tramonto al nostro hotel, il Mulia Bungalow, e ci accoglie un tramonto mozzafiato

Le spiagge di Rote
Grazie agli scooter noleggiati tramite il nostro hotel siamo stati liberi di girare per le spiagge più belle che si trovavano vicino a noi.
NEMBERALA BEACH
La prima spiaggia che abbiamo visitato è stata Nemberala Beach. Il paesino più “vivace” dell’isola si affaccia in questo tratto di costa.
Nel piccolo paesino ci sono un paio di ristoranti, qualche resort, un negozio che vende di tutto dal cibo alle creme solari, e un centro massaggi. Quando siamo arrivati in spiaggia la marea si stava alzando, i coltivatori di alghe stavano tornando a riva, lasciandoci quasi da soli a goderci questo tratto di mare.

BO’A BEACH
Nel pomeriggio siamo andati a Bo’a Beach, c’era la bassa marea, e siamo riusciti a percorrere un lungo tratto a piedi tra le rocce, godendoci un panorama pazzesco. Il mattino dopo siamo tornati in questa lunghissima spiaggia di un bianco accecante con l’alta marea. In spiaggia c’eravamo solo noi 6, ed un mare cristallino che ci ha consentito di stare per ore in acqua

LIFU LADA BEACH
Per la prima volta abbiamo incontrato dei locali, non coltivatori di alghe, in spiaggia. Siamo stati subito oggetto della loro curiosità, non vedono spesso “bule” degli stranieri di razza caucasica.
Siamo stati attorniati, ed abbiamo scattato decine di foto insieme a loro.

LOEDI BEACH
Una spiaggia di un bianco accecante, con un mare cristallino e caldissimo. Anche in questo caso eravamo gli unici bagnanti, solo i maialini in cerca di molluschi ci hanno fatto compagnia
Loedi Beach
Il valore aggiunto di Rote
Documentandoci online, l’isola di Rote sembrava una meta escusivamente per surfisti in cerca delle onde nelle spiagge non protette da barriera. Nessuno ha mai parlato dal mare quasi “illegale” nell’accezione migliore del termine, e della sua popolazione, il vero valore aggiunto dell’isola.
In pochi altri posti al mondo mi sono sentita così benvoluta, così coccolata. La popolazione di Rote ha pochi mezzi economici, vivono con poco, condividono quello che hanno e offrono a tutti grandiosi sorrisi.
Vivono in sintonia con gli animali da cortile, che sono liberi di scorrazzare per le strade, ed hanno la precedenza rispetto ad auto, pedoni o motociclisti. Ci hanno attraversato la strada centinaia di maialini con prole al seguito, un enorme tacchino, polli, galli,…
E per quanto sia strano oggi pensare ad un contesto simile, quando sei a Rote ti sembra tutto normale e naturale. Un paradiso ancora selvaggio, poco turistico e per questo autentico.

L’Indonesia, questo immenso paese che inizia in Asia e finisce in Oceania, riesce a regalare infiniti viaggi, è stato bello avere nuovi occhi e nuove emozioni, talmente interessante che replicheremo presto.

Grazie alle fantastiche travel blogger, che hanno contribuito alla realizzazione di questo articolo, uniti nel viaggiare con nuovi occhi e cuore
Grazie mille carissima Brusen Ci !
Una bellissima iniziativa alla quale sono felice di aver preso parte! Spero di cuore che sia il preludio ad un mio ritorno in Indonesia, un paese che mi è rimasto nel ❤️ e che amo con tutta me stessa
A presto allora
Mimì
Fai solo attenzione che il green pass regolamenta gli spostamenti per i territori Shengen, non per le mete extra UE per le quali, almeno per ora, il green pass non vale
Devo averti già detto centinaia di volte che adoro l’Indonesia e che non vedo l’ora di tornarci; è una terra così bella è il suo mare è una favola!
Ragazze avete fatto davvero un ottimo lavoro , non mi resta che partire !
grazie Libera , allora ti aspetto presto
Un’Indonesia davvero stupenda questa raccontata dalle travel blogger! Ognuna di loro l’ha vissuta in maniera diversa ma vedo che tutte sono concorde nell’amare questa terra!
Permettimi di dire “che invidia”!!! Io ho un debole per l’Indonesia e in particolare per Bali e non sono ancora riuscita a visitarla. Spero di poter presto essere una delle Travel Blogger che raccontano la propria e personale Indonesia!
Erminia, Bali la devi assolutamente vedere
Sono sicuramente ripetitiva, ma ogni volta che leggo dell’Indonesia e delle sue meraviglie rimango sempre più affascinata! Non vedo l’ora di poterci finalmente andare!
Sono stata in Indonesia un paio di volte, visitando solo Bali e Lombok. Sono assolutamente intenzionata a tornare perché so di aver visto solo una piccolissima parte di questo meraviglioso arcipelago. Ho letto con il magone, perché la voglia di tornare a viaggiare è davvero tanta. Tantissima!
L’Indonesia è uno di quei paesi che andrebbero visti almeno una volta nella vita e spero di riuscirci un giorno. È uscito un bellissimo articolo ricco di spunti e con tante belle destinazioni. Brave a tutte le blogger!!
Quanto l’ho amata l’Indonesia, c’ho lasciato veramente un pezzo del mio cuore. Rileggendo questo articolo mi viene la pelle d’oca perchè rivivo tutti i momenti che ho vissuto in quel viaggio.
Ti aspetto a braccia aperte
Dovrete ritornare per vivere nuove favolose avventure
Mi incuriosisce moltissimo l’Indonesia e mi auguro che potremo tornare a viaggiare oltre Europa molto presto, perché desidero assolutamente visitare questa parte di Asia.
Ho letto con piacere tutti questi racconti e consigli di viaggio: Nusa Lembogan e il Parco Nazionale di Komodo mi affascinano da tempo.
Grazie per questi spunti… ho sognato un po’ con le vostre foto!
grazie per averci lette
Se l’Indonesia per me era solo belle spiagge dalla sabbia fine, adesso è una meta piena di scoperte all’insegna di magnifici panorami, trekking, templi e mercati locali. Grazie per questo bellissimo post, mi avete fatto venire voglia di esplorare questo bellissimo paese.
ciao Veronica. assolutamente si, L’Indonesia è molto varia e offre tante attività e cose da vedere, oltre le spiagge
Mi piacerebbe tanto andare in Indonesia e a maggior ragione dopo la lettura di questo post collettivo mi dispiace non averlo ancora fatto! Avendo vissuto in Australia, lì si parla solo di Bali ed è percepita come una meta low cost per tamarri australiani. Mi ha sempre dato fastidio questa percezione perché sicuramente non tiene conto di un sacco di cose. Il mio sogno sarebbe vedere i draghi di Komodo, anche se sono certa che se ne stanno ben nascosti sulla loro estremità della loro isola e non verrebbero certo a salutare proprio me 😀
Con questo articolo mia hai fatto sognare! Che posti strepitosi che ci sono in Indonesia mia cara e spero di poter provare presto di persona queste bellissime esperienze. Non saprei da dove cominciare!
speriamo che sia presto