Cubadak l’ isola incantata, un sogno che si avvera.
Dopo aver visitato Bali e Giava il nostro fantastico viaggio continua a Sumatra.
Sumatra la grande isola Indonesiana, ancora molto selvaggia e incontaminata, nasconde incredibili luoghi naturali e tantissime culture di gran interesse turistico. Vi consiglio di leggere la scheda dell'isola, sicuramente sarete stupiti da tanta bellezza e unicitĂ .
La lingua ufficiale è lâIndonesiano ma la lingua parlata dalla popolazione locale è il Bahasa Minang. Lâinglese è praticamente sconosciuto e utilizzato solo dalle classi istruite e nelle zone turistiche
Lâinfluenza culturale dei colonizzatori, del Portogallo e dellâOlanda si è appena sentita. Lâarchitettura tradizionale di Minang è caratterizzata da imponenti tetti, le cui estremitĂ opposte sâinnalzano verso il cielo.
sumatra la grande isola
cubadak come arrivare
Arrivando dall’Italia, il volo dovrĂ avere scalo a Jakarta, con altro volo in coincidenza per aeroporto internazionale Minangkabau di Padang (PDG). Se volete fare un viaggio originale e veramente strepitoso, approfittate di questo scalo per soggiornare qualche giorno nella zona di Bukittinggi, per incontrare la cultura dallâetnia Minangkabau, di origine malese con significative influenze indiane e cinesi.
I Minangkabau, sono una delle ultime popolazioni a vivere in unâorganizzazione matrilineare, in forte contrasto con la religione dominante dellâIslam. Le altre religioni presenti sono cristiane e buddiste.
Come spesso succede in un viaggio in Indonesia, arrivare sullâisola è giĂ unâavventura che richiede un intero giorno di viaggio. Da Yoygakarta non esistono voli diretti, la soluzione migliore è volare su Giacarta, e da lĂŹ prendere un altro volo per lâaeroporto internazionale Minangkabau di Padang.
Dallâaeroporto ci sono circa 2 ore di auto prima di arrivare al porto, dove con 10 minuti di barca si arriva finalmente sullâisola.
sumatra padang
Siamo a Sumatra, a Padang ! arriviamo in sette occidentali, noi, e tre ragazzi Australiani che vanno a fare surf alle Mentawai.
In aeroporto ci soffermiamo a guardare gli indonesiani che ritirano i loro bagagli, molte sono valigie improvvisate, fatte di scatole di cartone e spago.
Usciamo all’esterno e ci rendiamo conto che abbiamo gli occhi di tutti puntati addosso, ci sentiamo divertiti e allo stesso modo imbarazzati da tanto interesse.
Ci guardiamo intorno cercando di identificare il nostro autista, ma non vediamo nessun mandato da Cubadak. Decidiamo di telefonare alla struttura, ma inspiegabilmente il nostro telefono ha problemi di comunicazione, uno degli osservatori timidamente viene avanti e si offre di telefonare per noi.
Grazie alla gentile offerta, (avuta in cambio di risposte alle mille solite domande, da dove venite, dove andate, cosa fate?) riusciamo a parlare con Cubadak, ci assicurano che presto arriverà il loro uomo a prenderci. Passano pochi minuti e un ometto viene da noi, dicendoci in un inglese incomprensibile che, dobbiamo andare con lui. Siamo titubanti, ma lui non molla, ci spiega di essere un amico del nostro autista che è imbottigliato nel traffico. Alla fine ci fidiamo e andiamo.
il traffico indonesiano
Traffico a Padang? Che caos assurdo, macchine, moto, opelet dai colori sgargianti (i furgoncini taxi collettivi agghindati da pupazzi e adesivi). A confronto Yogyakarta è viabilissima, mai visto una cosa del genere. La città al contrario appare ordinata e pulita, con belle case dagli alti tetti a punte tipiche di Sumatra.
Dopo qualche chilometro lâometto parcheggia in uno spiazzo, facciamo un cambio di auto e autista e ripartiamo. Iniziamo a percorrere una strada di montagna, è bellissima, con torrenti, cascate e fitta giungla.
Saliamo e scendiamo per un paio di ore, e finalmente arriviamo in un villaggio di pescatori. Quelli classici con case di legno su palafitte, bimbi che scorrazzano, volti curiosi che ti guardano stupiti. Molte barche da pesca a bilanciere vivacemente colorate, sono ancorate al molo in attesa dell’ uscita notturna per la pesca.
Vediamo arrivare una piccola barca, è quella di Cubadak, che ci viene a prendere, carichiamo i bagagli aiutati dai bimbi del villaggio e partiamo.
cubadak il paradiso esiste !
Isola tropicale, villaggio turistico, Allâinclusive ?
Nemmeno una di queste definizioni va bene per questo posto, la piccola isola di Cubadak, è qualcosa di unico e assolutamente da vedere.
Situata a 1 grado a sud dellâequatore, si trova nella provincia di Sumatra Occidentale, la cui capitale è Padang.
Cubadak è di origine vulcanica, ha una superficie di 15 km quadrati ed è completamente coperta da una foresta pluviale nativa. Oltre il piccolo resort, ci sono solo alcune capanne di pescatori sulla punta settentrionale dellâisola.
Lâisola di Cubadak è completamente circondata da una barriera corallina, e facendo snorkeling o immersioni è possibile vedere innumerevoli varietĂ di pesci colorati. E’ possibile fare passeggiate attraverso la giungla per avvicinarsi a questa natura e avere viste mozzafiato sui dintorni.
Lâacqua che sgorga da una sorgente vulcanica è purissima e potabile ovunque, anche nei bagni.
Non câè malaria in questa parte di Sumatra, e nemmeno la febbre dengue.
La temperatura del mare è costante a 29 ° in superficie e fino a 30 metri, rendendo particolarmente divertenti le attività di snorkeling e immersioni.
una natura selvaggia
Uccelli e vari animali vivono in questa foresta: buceri, martin pescatore, scimmie, cervi, cinghiali, rettili e molti altri.
Lâisola è circondata da montagne che la riparano dalle forti correnti del mare, rendendo lâacqua incredibilmente calma. Una fitta giungla copre i suoi pendii arrivando fino al mare, la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un grandissimo e placido lago.
I 12 bungalow del Cubadak Paradise, sono sparsi lungo la spiaggia di fronte allâoceano. Sono realizzati in legno con tetti di foglia di palma e rispecchiano lâarchitettura locale, ricordando un Kampung.

Prendiamo possesso del nostro bungalow che si chiama lumba lumba (delfino). Vado nel patio e osservo il panorama intorno soddisfatta. Erano anni che desideravo venire fin qua, mi piace questo contatto con la natura, questo isolamento da tutto, si sente la magia del posto, la sua unicitĂ .

Stare a Cubadak è come essere in una grande comunitĂ , la sera si cena insieme agli altri ospiti, olandesi, tedeschi, francesi, italiani … Si scambiano i racconti di viaggio e le esperienze, incontri fatti nel paese, luoghi da non perdere. La tavola è imbandita come per un pranzo di Natale, con primi di pasta fresca, secondi di pesce e carne, verdure, frutta, e lâimmancabile dolce finale, il tutto cucinato benissimo.
cubadak eden primordiale
Scambiamo qualche interessante chiacchiera con gli altri ospiti e stanchi della giornata ce ne andiamo a letto, non facciamo in tempo a metterci il pigiama che, un urlo dal bungalow dei nostri amici richiama l’attenzione.
Aiutooooo câè un serpente in bagno !
Mi precipito subito a vedere e rimango senza parole, ne ho già visti in Thailandia, lungo la strada o nella vegetazione, non certo dentro una camera. Bellissimo e lucido nel suo colore verde brillante con leggere striature turchesi, una vipera del bambÚ, un serpente arboricolo velenoso, che fortunatamente non è molto aggressivo.
Di solito queste creature stanno nella foresta e non è facile avvistarle, ma siamo in un isola selvaggia e incontaminata di Sumatra, e lo sappiamo tutti che ogni Paradiso ha il suo serpente!
Anche i proprietari di Cubadak sono stupiti quanto noi, ci assicurano che non era mai capitato di trovare un serpente dentro un bungalows.
Ritorniamo a letto, ma prima ispezioniamo ogni angolo della stanza, cosa che faremo ogni sera tutti insieme, e il rimbocco della zanzariera intorno al letto sarĂ sempre opera di grande premura, non si sa mai.
isola di cubadak emozioni uniche
Le emozioni a Cubadak non finiscono mai, ci svegliamo presto il mattino, ma perchĂŠ ? qua non ci sono le preghiere e nemmeno i galli!
Mi affaccio al porticato e resto ad ammirare lâalba, sono rapita dalla quiete del posto, dai colori che cambiano rapidamente, dalle enormi farfalle, o dal piccolo colibrĂŹ che svolazza succhiando il nettare del fiore rosso che è piĂš grande di lui, dalle scimmiette che a pochi metri da me, dove inizia la foresta, saltano di ramo in ramo.
Fare snorkeling nellâacqua color verde smeraldo è come entrare in un acquario, tutte le creature marine sono a portata di pinna, tartarughe, enormi aquile di mare, meduse, gruppi di pesci colorati, anemoni e coralli.
Con la canoa a bilanciere si arriva alle altre isolette vicine, fino a incontrare la barriera corallina affiorante, i colori del mare passano dallo smeraldo, al turchese e al verde chiarissimo.
isole deserte

Marco è uno dei proprietari di Cubadak, un grande viaggiatori che da molti anni vive in queste zone, e dal quale attingerò preziose informazioni. Ci regala una giornata in barca in giro per le isolette deserte dei dintorni, una delle piĂš belle è Pulau Palangan. Una striscia di sabbia bianca con mare azzurro e cristallino, su questâisola qualcuno aveva costruito un paio di bungalow adesso in disuso, volendo ci si può campeggiare ma è necessario portarsi tutto, compresa lâacqua.
Fare il bagno a Palangan è unâesperienza unica, perchĂŠ dopo pochi metri il canale che la circonda sprofonda in unâinfinita parete di corallo.
vita semplice e viaggiatori da tutto il mondo
I pescatori arrivano tutti i giorni a portare il pesce appena pescato, li salutiamo in bahasa indonesia, loro ridono e correggono la nostra pronuncia, poi si mettono in posa in attesa di una foto.
Dopo colazione andiamo a dare da mangiare a Bulan, la scimmietta che il proprietario del lodge ha trovato ferita, perchĂŠ caduta da un albero, lâha cresciuta e accudita come un cagnolino, Bulan è golosa e anche molto dispettosa.
Poi andiamo a vedere se dalla foresta sono arrivati i grossi varani, vengono a cercare rimanenze di cibo nel punto dove bruciano i rifiuti.
La sera ci ritroviamo tutti nel pontile, prendiamo un aperitivo insieme, ammirando tramonti infuocati, si parla e si ride, e c’è sempre qualcuno che suona la chitarra. Il suono della campanella annuncia che l’ ottima cena è pronta.
Che bella atmosfera c’è a Cubadak, è veramente un piccolo paradiso tropicale!

Questi giorni passati nella pace totale sono volati via, ma purtroppo dobbiamo rifare gli zaini e partire. Diciamo addio a Cubadak, consapevoli di essere stati realmente in un piccolo paradiso Indonesiano.
Rifacciamo la strada panoramica e ancora una volta ripiombiamo nellâassurdo traffico di Padang, rimaniamo imbottigliati piĂš volte, arriveremo allâaeroporto cinquanta minuti prima del volo!
agosto 2021 cubadak closed
In questi lunghissimi mesi di chiusura dovuta al covid19, spesso mi sono chiesta quante piccole realtĂ avrebbero potuto farcela, e chi invece non si sarebbe mai piĂš rialzato. Quanti di quelli che vivevano di turismo, avrebbero potuto sostenere questa dura lotta contro il tempo.
Quante cose oltre la libertĂ di muoverci e andare ovunque, ci stava portato via questo stramaledetto virus.
Purtroppo almeno da questa parte di mondo, saranno molte le cose cambiate, ci vorranno anni prima che tutto torni come prima.
Fine Ottobre 2021, in una soleggiata mattina balinese, leggo una notizia che mi rende tristissima, ma che non riesce a sorprendermi piĂš di tanto.
Dopo 18 mesi di lotta con l’attuale pandemia, il Cubadak Paradiso Village ha chiuso.

Cerco questo articolo, che ha una data giĂ pianificata, e a malincuore ne cambio la parte finale.
Questo piccolo gioiellino Indonesiano da Settembre 2021 non esiste piĂš.
Cari viaggiatori mi dispiace tanto che non possiate vedere Cubadak, l’isola è unica e bellissima, e sono sicura che con il tempo qualcuno avrĂ voglia di rimetterla in piedi.
A me rimane solo il ricordo di un luogo unico, che ho avuto la fortuna di vedere

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