Bukit Lawang è la porta di accesso al parco nazionale di Gunung Leuser. Un viaggio desiderato a lungo, un tour alla scoperta della grande isola di Sumatra Utara.
Se avete letto il mio articolo precedente, In viaggio un po’ pazzi e un po’ eroi, avrete potuto capire che questo non è stato un viaggio facile, anzi. Ma come spesso accade, le cose più difficili da conquistare ci entrano particolarmente nel cuore.
Prima di parlare del mio viaggio, voglio svelarvi il motivo principale che mi ha spinto fino a Sumatra.
Uno dei miei più grandi desideri era vedere in natura, il raro Pongo abelii, ovvero l’Orangutan di Sumatra, che in bahasa indonesia significa uomo della foresta.
Credetemi se vi dico che, guardandolo dritto negli occhi ci ho veramente visto molto di umano.
Gunung Leuser national park, uno dei polmoni verdi del mondo

Il Gunung Leuser national park è un’area selvaggia e naturale di circa 8.000 km², situata nella parte settentrionale dell’isola Indonesiana di Sumatra.
Questo grande parco si estende dal mare alle montagne, e comprende paludi, foreste pluviali, e diversi corsi d’acqua.
Nel parco si trovano tantissime specie vegetali, uccelli e diversi grossi mammiferi, molti dei quali sono ormai in via di estinzione. Tra questi ci sono: L’elefante e il raro rinoceronte di Sumatra, di cui sono rimaste soltanto poche centinaia di individui.
Questo rinoceronte dotato di un doppio corno, è il più piccolo delle specie conosciute. Vive solo nel fitto della foresta tropicale, dove è vietato l’accesso ai turisti.
Il parco ospita anche molti primati: oranghi, gibboni, scimmie di Thomas, macachi dalla coda lunga, e tanti altri ancora, un vero tesoro inestimabile, e uno dei polmoni verdi del nostro mondo.
Come arrivare a Bukit Lawang
Il modo migliore per arrivare a Bukit Lawang è in aereo, facendo scalo nell’aeroporto internazionale Kualanamu ( KNO ) a circa 1 ora di auto dal centro della città di Medan.
Kualanamu è collegato con molti altri scali nazionali, e anche alcuni internazionali, come Singapore, Kuala Lumpur e Bangkok. ( * non al momento )
Una volta arrivati a Medan è possibile raggiungere il parco con economici bus locali, o con un auto privata. Noi essendo un gruppo, abbiamo optato per un trasporto con mini van, operato direttamente dalla nostra struttura.
Dove e quanto soggiornare
Quanto soggiornare a Bukit Lawang ? Ovviamente questo dipende dai giorni a disposizione e dalle cose che interessa vedere nella zona, io ho scelto di fare 3 notti anche se ne avrei volute fare di più. Infatti, volevo andare anche nella zona di Tangkahan, dove è ancora attivo un centro di riabilitazione degli elefanti di Sumatra, purtroppo in questo momento chiuso per la pandemia.
A Bukit Lawang la scelta delle strutture è ampia, ci sono lodge e guest house, alcuni addirittura dentro la foresta. Da queste parti non esiste il lusso e i servizi sono essenziali, anche se a dirla tutta trovarsi a un passo da una foresta pluviale io lo ritengo un lusso estremo.
Tra le varie soluzioni ho scelto Ecolodge Bukit lawang. Ci hanno assegnato le nuove camere butterfly, semplici ma funzionali, e con un bell’affaccio sul fiume, bellissimo l’ambiente della zona comune/ bar ristorante completamente costruito in bambù, e ottima la cucina tipica locale.
Bukit Lawang : periodo migliore per viaggiare
Il clima è tropicale con un’alta piovosità durante tutto l’anno. Anche nei mesi considerati secchi Giugno, Luglio e Agosto, è possibile avere temporali improvvisi e piogge pomeridiane giornaliere.
Ecologia ambiente e la foresta pluviale
Purtroppo l’habitat degli oranghi si sta rapidamente riducendo, e negli ultimi 20 anni sono andate perse enormi fette della foresta primaria. Questo a causa del disboscamento illegale, e degli incendi incontrollati.
Per anni si è permessa la caccia agli oranghi per la carne, e tanti piccoli sono stati strappati alle madri per essere venduti nel commercio illegale di animali.
Questo ci porta a riflettere su come stiamo gestendo il nostro mondo, ma, viaggiare è anche conoscenza, sapere ascoltare e raccontare.
Prendiamo il tanto incriminato olio di palma. Sicuramente le piantagioni di palma sono state una delle grandi cause della perdita della foresta, ma di questo tema ne parlerò meglio in un’ altro articolo.
Finalmente Bukit Lawang
E’ una bella giornata, sono seduta vicino al finestrino di un mini van che, mi sta portando verso uno dei luoghi da me a lungo sognati, è un anno che aspetto questo momento, e so di avere il sorriso stampato in faccia.
I miei occhi seguono le scene di vita della vivace e brulicante città di Medan, scorrono mercati, becak colorati, scooter con a bordo quattro persone, auto sgangherate, suoni e rumori.
Dopo un paio di ore di strada la città scompare, lasciando il posto a un panorama infinito di palme da olio, che si alternano in maniera ordinata ad alberi del caucciù. Penso che se fossi venuta qua venti anni fa, avrei trovato solo foresta primaria, e per un attimo il sorriso di soddisfazione scompare.
Bukit Lawang
Bukit Lawang è un villaggio di povere abitazioni dal tetto in lamiera, costruito sulla riva del fiume Bahorok, al margine della giungla pluviale.
Il villaggio è piccolo e ci si sposta a piedi, o usando i becak, le caratteristiche e super divertenti moto sidecar.
Alcuni ponti di legno traballanti collegano le due rive, attraverso con un po’ di timore quello che conduce al mio Ecolodge, che è stato costruito proprio al margine del sentiero per la giungla.
Finalmente sono a Bukit Lawang, osservo i grandi alberi, il fiume che scorre, e mi sento tanto felice. Non è solo perché sono di nuovo in viaggio, mi sento libera, qua in mezzo al nulla, ho come l’illusione di essere ritornata indietro nel tempo. A quando potevo andare in giro senza doverlo dichiarare, compilare moduli e certificati.



Situato a un centinaio di chilometri a nord-ovest della città di Medan, Bukit Lawang e il principale punto di accesso dal lato est, al Parco Nazionale Gunung Leuser, famoso per ospitare una grande colonia degli orango di Sumatra.
Ex centro di riabilitazione per oranghi
Proprio in questa zona nel 1973, una fondazione Svizzera, diede vita a un centro di riabilitazione per oranghi.
Il centro serviva a preservare la popolazione di oranghi dalla caccia, dal commercio, e dalla deforestazione.
Purtroppo con il passare del tempo, il centro divenne troppo frequentato, mettendo gli oranghi a stretto contatto diretto con gli umani, esponendoli a malattie, e rendendoli molto dipendenti dalle persone.
Nel 2002 la decisione di chiudere il centro, che era diventato troppo turistico, e quindi inadatto alla riabilitazione degli animali.
Ma i ranger per molti anni non smisero il programma di alimentazione nella piattaforma, danneggiando a questo modo il comportamento selvaggio dei primati.
Finalmente nel 2015, la piattaforma venne definitivamente chiusa.
Oggi l’area offre scenari naturali meravigliosi, e la possibilità di andare alla ricerca della fauna selvatica, ma gli avvistamenti non sono più garantiti.
Trekking nella giungla
Quasi ogni lodge o guest house, offre la possibilità di fare trekking nella giungla, accompagnati da esperti ranger. Si parte da quello più leggero che dura 3 – 4 ore, adatto a tutti.
Abbastanza impegnativo quello dell’intera giornata che dura 6 – 7 ore, fino ad arrivare a quello decisamente estremo, di una o più notti nella giungla.
La foresta pluviale di Sumatra, nasconde insidie e pericoli, e non è assolutamente da sottovalutare. Importante avere un abbigliamento adeguato con : pantaloni lunghi da escursionismo, calzettoni, magliette traspiranti e buone scarpe con la suola antiscivolo.
Nel programmare un trekking nella giungla, occorre ricordare di avere il massimo rispetto per la foresta. Scattare foto e lasciare dietro di se solo le proprie impronte, senza intaccare in nessun modo il fragile ecosistema di questo inestimabile regalo della natura.
Orangutan, ovvero l’uomo della foresta.


Stato: In grave pericolo di estinzione
Nome scientifico : Pongo abelii
Habitat : Gli oranghi di Sumatra si trovano nella foresta tropicale primaria, dove vivono quasi esclusivamente sugli alberi più alti.
La quota del loro habitat varia dai 200 a 400 metri, questa è l’area in cui si trovano i loro alberi da frutto preferiti. Ma gli oranghi di Sumatra possono essere avvistati fino a 1.000 -1.500 metri di altezza.
Descrizione fisica : Gli oranghi sono i più grandi primati dell’ Asia e i più grandi primati arboricoli. Hanno una pelliccia lunga e fine, di colore marrone/rosso tendente all’arancio. I maschi hanno grandi guanciali ricoperti da una sottile peluria bianca.
Il peso delle femmine varia dai 30 ai 50 kg e può raggiungere 1,3 m di altezza. I maschi vanno da 50 a 90 kg e raggiungono un’altezza di 1,8 m.
Longevità: La durata della vita in natura varia da 44 a 53 anni nelle femmine, e dai 47 a 58 anni nei maschi.
Riproduzione : Le femmine normalmente si accoppiano con il maschio adulto nel vasto territorio in cui vivono. Le femmine diventano sessualmente attive all’età media di 12 anni, e poco dopo danno alla luce un piccolo. Gli oranghi maschi invece, sono completamente maturi a un’età media di 19 anni.
Comportamento : Gli oranghi sono quasi completamente arboricoli, fatta eccezione per occasionali incursioni a terra. Sono attivi durante il giorno, e ogni notte costruiscono nuovi nidi sugli alberi, in cui dormire.
I nidi sono costruiti con rami, bastoncini e foglie. Gli oranghi sono animali solitari anche se quelli di Sumatra sono più socievoli rispetto a quelli del Borneo, e occasionalmente possono formare piccoli gruppi. Gli oranghi hanno una grande espressione facciale e sono eccezionalmente intelligenti e capaci di apprendere compiti e linguaggi.
Giornata nella jungla
Il sole splende su Bukit Lawang, e noi siamo pronti per la nostra giornata nella jungla, prima della partenza facciamo un breve briefing, dove, ci vengono spiegate le regole della giornata, tra le quali le più importanti sono quelle di: NON dare da mangiare agli oranghi o ad altri animali selvatici, e non toccare assolutamente nulla.
Facciamo conoscenza con i nostri tre ranger, sono nati nella giungla, e da anni portano avanti tour ecologici, oltre a gestire progetti comunitari nei villaggi vicini.
Oltre a noi, ci sono solo una manciata di turisti locali, provenienti da Medan, che sono qua per il week end, però non fanno trekking nella giungla. Abbiamo l’intera foresta pluviale solo per noi, l’emozione è tanta, mi fiondo accanto alla guida che conduce il gruppo, e ascolto attentamente ogni segreto che lui svela della sua foresta.
Il sentiero almeno all’inizio è facile, e malgrado la guida continui a ripetere che gli avvistamenti dell’orango e di altri animali selvatici non sono garantiti, io sento che questa sarà una giornata speciale.
Ci vengono mostrate formiche giganti, colonie di termiti che percorrono tronchi, guadiamo piccoli torrenti, scavalchiamo alberi abbattuti e radici contorte, camminiamo su alti strati di foglie, consapevoli di essere nel folto della giungla di Sumatra, popolata da animali e piante velenosi e pericolosi.

Incontri
A un certo punto la guida si ferma, siamo tutti in silenzio, immobili, come sospesi, poi ci indica qualcosa che si muove a terra, tra la vegetazione, è una femmina di orango con il suo piccolo.
Lui salta con un balzo su un enorme tronco ricoperto di muschio, lo imito, il legno è marcio e cede sotto il mio peso, sprofondo fino ai fianchi in un buco. Non guardo nemmeno dove sono finita, e cosa c’é sotto di me, prontamente la guida mi issa su con forza.
Fortunatamente non mi sono fatta nulla, e poi ho altro a cui pensare, LEI e il suo PICCOLO sono proprio di fronte a me.
L’emozione è immensa, e malgrado adesso io provi a metterla nero su bianco, non ci riesco, lascio il compito alle immagini, il mio primo incontro con un orango nel suo ambiente naturale.

Rimaniamo a lungo ad osservare questa scena perfetta, intorno a noi solo i suoni di questa natura meravigliosa.





Continuiamo il nostro cammino fino ad una radura, dove, ci servono una squisita merenda a base di frutta fresca, inutile dire che divoriamo tutto con avidità.
Suoni della giungla

Dopo la breve pausa proseguiamo, la giungla diventa sempre più fitta, con alberi altissimi, liane e felci giganti.
Nascosto dietro dei cespugli vediamo un grande pavone blu, un curioso albero di duku, un frutto che fino ad adesso era a me sconosciuto, cresce fitto fitto sul tronco. Da maturo è simile al litchi, dalla consistenza gelatinosa e il sapore aspro del pompelmo.
Siamo nel folto della vegetazione, contornati da enormi alberi che sembrano sculture, avvistiamo una femmina di orango incinta, e un giovane maschio, che ci osservano dall’alto di un grande albero, una delle guide li chiama facendo strani versi gutturali.
Gli oranghi sono animali curiosi, e in breve ce li troviamo sopra le nostre teste, adesso sono loro ad osservare noi.
Le meraviglie non sono finite, sentiamo il canto e anche il potente rumore del battito delle ali di un bucero, rimango a lungo con il naso all’insù nella speranza di vederlo, ma la guida dice che sicuramente è entrato nel suo nido, in una cavità di un albero, a 20-25 metri dal suolo.
Thomas leaf monkey, derubati dalle banane
Ci fermiamo a mangiare, le nostre guide ci servono uno squisito nasi goreng, e ancora frutta, appoggiamo le banane vicino a un bellissimo tronco contorto ma …
Quelle buonissime banane non le mangeremo, le mangerà avidamente invece, un maschio di scimmia Thomas leaf, che con uno scatto fulmineo ce le ruba da sotto il naso.
La Thomas leaf è un primate che vive solo in quest’aerea, pesa circa 6-7 chilogrammi, ha una bella pelliccia grigio argento sul dorso e sulla parte esterna degli arti, mentre sul ventre e nella parte interna degli arti è bianca. L’aspetto della testa è molto caratteristico con due strisce bianche a forma di V fino agli occhi. Gli occhi vivaci e attenti di colore marrone-arancio, sono circondati da cerchi argentei bordati di bianco.
Vivono in gruppi fino a una ventina di esemplari, costituiti da un maschio e da diverse femmine con i piccoli.


Bukit lawang e le sanguisughe
Sapevamo che nella giungla di Sumatra, sarebbe stato possibile trovare queste bestioline, che non vedi e non senti, fino a quando inizi inspiegabilmente a sanguinare.
Ci eravamo vestiti in maniera adeguata, con pantaloni lunghi infilati dentro spessi calzettoni, malgrado questi accorgimenti ci hanno lo stesso attaccato. Io addirittura ne avevo una attaccata proprio sotto la mascella, e altre 2 erano riuscite ad entrare nelle scarpe, passare le calze e attaccarsi al piede.


Le sanguisughe vivono nelle foreste pluviali non inquinate, delle regioni intertropicali, misurano dai 3 ai 10 centimetri di lunghezza. Si muovono mediante la contrazione di muscoli longitudinali, aiutate da un paio di ventose presenti su ambedue le estremità corporee.
La bocca è circolare e provvista di una ventosa, con cui si attaccano al corpo di un vertebrato. Le sanguisughe si servono di dentelli calcarei per incidere la cute della vittima e nutrirsi del sangue che ne fuoriesce. Questa operazione è facilitata da un anticoagulante e un anestetico che allevia il dolore alla preda. ( in questo caso Noi )
Nella giungla in cerca di un sentiero alternativo
Una giornata intensa, che però non è ancora finita, continuiamo a camminare ma la guida sembra quasi smarrita. Mi indica un punto dove, la foresta è franata per via delle abbondanti piogge di quest’anno.
Oltre questo, a causa della lunga pandemia, i sentieri in questo punto non sono stati percorsi da tanto tempo, e la giungla ne ha ripreso possesso.



Occorre cercare un sentiero alternativo, mi indica la ripida sponda opposta, scuoto la testa mentre penso che la scalata è davvero troppo dura
Le ultime ore sono davvero pesanti, l’umidità e l’intensità del percorso ci mettono a dura prova, ma non cediamo, e dopo quasi sette ore di giungla siamo di nuovo al nostro ecolodge.
Stremati ma felici.
Il viaggio continua non perdetevi i prossimi articoli

Wowww che meraviglia. E che foto hai fatto! Tutto davvero emozionante e strepitoso.
Immagino la tua emozione nel arrivare al villaggio e di incontrare gli orangotan
Anche a me piacerebbe fare questo tipo di viaggio all’avventura anche se ho molta paura degli insetti 😑
Ma mi sono deliziata con il tuo racconto!
Se hai paura degli insetti forse non è un luogo adatto a te , ma è un viaggio da emozione pura
Sarà stata una bellissima esperienza! Non sapevo fossero animali cacciati e venduti al mercato nero
purtroppo si , molti animali esotici sono stati e lo sono ancora, vittime del commercio illegale
Deve essere stata un’esperienza unica, emozionante e che io farei e rifarei mille volte! Mi salvo l’articolo perché vorrei proprio visitare questi luoghi! Peccato per le sanguisughe, sono davvero fastidiose!
è stato bellissimo, e spero di ritornare ancora
Stupendo questo viaggio nella giungla di Sumatra. Mi hai proprio fatto viaggiare con la fantasia. Dev’essere stata un’emozione pazzesca poter vedere questi splendidi animali nel loro habitat naturale!
Davvero un’emozione incredibile
Un racconto davvero fantastico! L’ho letto tutto d’un fiato e volevo farti i complimenti per la fantastica descrizione di tutto, della jungla, degli animali, del luogo, dei piccoli grandi accorgimenti! Che dire…. sarebbe un sogno, un giorno poter visitare questo posto!
Posso chiederti per quanto riguarda i costi ? Anche i costi del tour nella jungla
Grazie Mariagrazia, è stato uno dei miei viaggi da sogno e ancora non riesco a credere a quello che ho visto
I costi per il parco e il lodge sono accessibilissimi, se un giorno ci vorrai andare contattami
Descrivete sempre luoghi e tradizioni stupende. Chissà che emozione poter vivere un’esperienza di questo tipo. Una di quelle cose che ti rimangono impresse.
Grazie Patrizia, un’esperienza indimenticabile