51ore danzando nell’atmosfera di Siviglia, città di contrasti
Quest’anno, per il mio compleanno, mi sono regalata due giorni (e un po’) da sola nella magnifica città di Siviglia, che, non so come e perché, non avevo ancora avuto il piacere di visitare.
Complice un volo Ryanair dal prezzo stracciato e orari perfetti, sono partita all’alba del 28 ottobre, con uno zainetto, dal grigiore di Bologna e sono arrivata alle 10 nell’aria frizzante e luminosa dell’Andalusia.
A Siviglia è tutto facile, pulito, invitante.
All’arrivo, in aeroporto, è richiesto (con un bellissimo sorriso di accoglienza), il QR code del STPH che si compila sul sito governativo spagnolo). Unica formalità.
Da questo momento, con l’inseparabile mascherina che tutti portano, ma senza green pass, è possibile partire alla scoperta della città.
Appena usciti dagli “arrivi”, sulla destra, c’è la fermata del bus EA, che, per € 4,00 a tratta, con due partenze all’ora (ai ’13 e ’46) porta in circa 30 minuti ai limiti della zona centro della città.
Ho due giorni soltanto e un itinerario ricco e devo sfruttare bene la giornata, poiché solo oggi ci sarà il sole.

A Siviglia PASSEGGIANDO ed ESPLORANDO
Il bus dall’aeroporto ha un’ottima fermata, quella alla Torre del Oro, sul fiume Guadalquivir. Sono le 10.50 e un efficiente venditore di biglietti mi indica la barca già pronta che partirà tra 10 minuti.
Le gite sul fiume partono tutte le ore, dalle 11 alle 19, hanno durata di un’ora e costano € 18,00.
Il tempo corre lento sul fiume, passando tanti ponti di tanti stili, tra cui l’immancabile ponte di Calatrava, e, arrivando fino all’isola di Cartuya, si possono vedere, immersi nel verde, tutti gli estrosi allestimenti dei tanti expo che la città ha ospitato fin dal 1929.
Passeggio lungo il fiume tra allegri bambini che fanno ricreazione all’aperto e sportivi che pagayano sul fiume su tavole colorate: questo fiume è davvero vissuto dai sivigliani, alcuni corrono, altri alzano bilancieri in improbabili minipalestre allestite lungo i “pasei”.
Dalla Torre del Oro a Plaza de Toros bastano pochi minuti di cammino. Eccomi arrivata alla Real Maestranza, l’arena della corrida, maestosa e colorata dei colori spagnoli, rosso cupo e giallo ocra.
Un interessante museo e un percorso di visita accattivante completano la bellezza di sedersi sulle gradinate in mattoni e azulejos e godersi il caldo sole di fine ottobre. L’ingresso costa € 10,00.
SIVIGLIA : IL QUARTIERE TRIANA

Ancori pochi passi e giungo al ponte di Triana.
Prima di attraversarlo ed andare a visitare l’omonimo quartiere, scorgo l’edificio liberty in ferro e vetrate del mercato della Lonja del Barranco, spazio di una bianca eleganza e tante leccornie che si possono consumare all’aperto in tavolini di marmo.
Io ho preso una paella de mariscos, la mezza porzione è costata € 6,00. Vicino al mercato, proprio all’angolo sul fiume, si trova un baracchino di churros, che si possono gustare all’ombra di deliziosi tavolini.
Oltre il ponte, il mercato di Triana, la plaza de Altozano e la Capillita del Carmen di Anibal Gonzales (quello di Plaza de Espana), con la cupola orlata di azulejos colorati, mi accolgono.
Questo è il quartiere del flamenco e della ceramica, ed è il posto giusto per gustare all’aperto una fetta spessa di tortilla di patate.
LAS SETAS (I FUNGHI), COME LO CHIAMANO I SIVIGLIANI. OVVERO, METROPOL PARASOL.
Dopo aver dato uno sguardo al quartiere torno indietro, supero il ponte, di cui mi godo altre rilassanti vedute di vita cittadina, e mi incammino verso nord, lungo un viale pieno di bei negozi e alberi con arance colorate, supero la chiesa de La Magdalena, con una bellissima cupola in mattonelle gialle e azzurre, giungo fino alla pasticceria la Campana e sulla calle Larana arrivo ai maestosi “funghi” futuristi (Las Setas) di Metropol Parasol, opera del 2011 di Jurgen Mayer, un’esplosione di modernismo nella storica Siviglia.


Salgo al Belvedere (di giorno € 5,00, si sale con un ascensore e si scende anche a piedi) e tra percorsi in saliscendi rotondi, si ammira la città. Davvero esilirante! Peccato che siano le 15 e col sole si percepiscano più di 30 gradi. Deve essere molto bella anche la visita serale, che però costa il doppio.
Sono stanca e anche un po’ affamata, il mio albergo dista circa un chilometro da qui tra le stradine del centro, ma scorgo un posteggio per i taxi e decido di concedermi questo lusso… per ben 5 euro (!) il simpatico tassista, dopo avermi esortato ad andare a piedi, mi porta quasi fino al mio hotel, non senza aver litigato lungo il tragitto con i ciclisti che marciavano in senso opposto nelle strettissime vie del Barrio di Santa Cruz, il quartiere del centro più cool in cui dormire e girovagare tra locali e negozietti.
PLAZA DE ESPANA tra azulejos e stile plateresco: ecclettismo andaluso.
Qui prendo possesso della mia camera nell’hotel Alcantara, un grazioso hotel 2 stelle, pulitissimo e comodo, che ha una annessa sala di flamenco, l’Auditorium Alcantara, con biglietto scontato per chi è ospite dell’hotel ( € 15,00 invece di € 20,00).
Attenzione a prenotare subito lo spettacolo di flamenco, vanno letteralmente a ruba i biglietti! Ed è un’esperienza da fare, must to do! Evitate solo i locali con cena annessa. Il flamenco rapisce, non si mangia quando si guarda.
Verso le 18 mi incontro con un gruppo di amici italiani e ci dirigiamo a piedi verso il Parque Maria Luisa (circa 1 km dal mio hotel) e la Plaza de Espana, capolavoro di Anibal Gonzales, con il suo stile plateresco (elementi di flora e fauna) e magnifici azulejos che ornano le sezioni dedicate a tutte le province di Spagna.
Venite qui quando la luce calda del tardo pomeriggio illumina i palazzi, i ponti e il bellissimo mosaico del pavimento attorno alla maestosa fontana. E se volete, perché no?, qui ci starebbe pure un giro in carrozza.



Rientriamo verso la Cattedrale, passando per gli edifici illuminati del Palacio San Telmo, della Manifattura dei Tabacchi e del Palacio des Indias, proseguendo per la Plaza Virgen de Los Reyes, a cui è impossibile non scattare tante foto, e andiamo a cena in Calle Mateo Gago, al Bar Cerveceria Catedral, bellissimo, in stile, e buonissimo, viste le tapas di grande qualità. Io ho ordinato due tapas di pesce e verdure strepitose, un calice di ottimo vino bianco e un dolce quadrato di crema densa di uova, simile alla nostra creme caramel, ma molto più compatto.
IL CENTRO DI SIVIGLIA
Il giorno seguente il cielo è coperto e prima delle 9 del mattino è buio. Scendo nella hall e prendo un cappuccino e poi mi dirigo verso la calle Mateo Gago dove si trova un piccolo negozio che fa i pasteis de nata portoghesi, freschi e buonissimi, costano € 1,50 l’uno e sono un’ottima colazione leggera ma nutriente. Hanno anche piccole scatole per portarli via.
Questa mattina voglio visitare il centro di Siviglia e pertanto dalla Cattedrale mi avvio lungo Avenida de la Constitucion verso la piazza di San Francisco, dove si trova il bellissimo Ayutamento in stile plateresco e, di fronte, la rossa facciata della Audiencia, l’antico tribunale.
Da qui in giro per calle Sierpes e Tetuan, tra negozi di ventagli e sublimi pasticcerie. Nelle stradine laterali, si scorgono gioielli barocchi come la Capilla di San Josè.
Si incontrano bar storici con insegne in azulejos, come il Bar Europa e il Comercio, fino ad arrivare a Plaza Alfalfa, dove si trova la Soho sevigliana con locali di tendenza, gallerie d’arte, come lo spazio Delimbo che ospita mostre temporanee di artisti emergenti.
LA CATTEDRALE, LA GIRALDA E L’ALCAZAR
Tornando indietro, mi imbatto in una bellissima salumeria, B de Jota – artesanos del jamon, e mi prendo un boccadillo de lomo, di assoluta qualità, da mangiare mentre mi affretto per arrivare all’appuntamento con la guida, in italiano (prenotata da casa su www.getyourguide.com, € 49,00 per 2h30 di visita guidata), per la visita di Cattedrale, Giralda e Alcazar.


Le visite partono alle 13 da Avenida de la Constitucion 23b, dove si trova un negozio City Point.
Maria, giovane bravissima guida sivigliana, ci conduce a scoprire tutti i segreti della Cattedrale, al terzo posto in Europa come tempio cristiano più grande, costruita su una moschea e pertanto a pianta rettangolare (vera particolarità!), dove si trova la tomba di Cristoforo Colombo, della Giralda, il campanile che sorge su un antico minareto, e del Real Alcazar con i suoi magnifici giardini, di cui assaporo ogni angolo, nonostante si senta aria di pioggia.
Su suggerimento di Maria, mi dirigo nella vicina Calle Mateo Gago e mi siedo in un tavolino all’aperto nell’antico bistrot di Alvaro Peregil, per sorseggiare un bicchiere di vino all’arancia (vino con naranja), tipicissimo, e un boccadillo di ventresca di tonno e peperoni (pimiento): un posticino molto autentico e, ovviamente, economico.

Da qui prendo la via per raggiungere la mia prossima meta, la Casa del Pilato, antica dimora privata bellissima, in pura arte mudejar (quanto mi ricorda il Marocco) e neoclassica, con statue in marmo portate dall’Italia.
LA CASA DEL PILATO E POI…IL FLAMENCO!
Questo è un esempio della molteplicità di stili che coesistono a Siviglia e che creano la sua perfetta bellezza. Il biglietto costa 10 euro e consiglio un’oretta per la visita, che comprende anche due bei giardini curatissimi.
Rientro sotto la pioggia in albergo per i vicoli stretti in cui non è facile orientarsi, ma incontro sempre angoli nuovo, statue ( come la lettrice in plaza de la Pescaderia), bar, caffè, antichi negozi, e anche un meraviglioso hammam, l’Aire.
Prima di rientrare in hotel passo a prendere due pasteis de nata. Uno lo mangio ora per merenda con tè o camomilla free in hotel, e uno lo terrò per la colazione. Mi riposo un’oretta in attesa della serata dedicata al flamenco.
Lo spettacolo che abbiamo prenotato comincia alle 20.30 e dura circa un’ora. Esaltante è l’unica parola che per me lo descrive. Dallo spettacolo si comprende che si tratta di un mondo complesso ed affascinante, da approfondire. I cantori, i musicisti ed i ballerini sono bravissimi.
Dopo lo spettacolo rimaniamo per cena nel Barrio Santa Cruz. Piove a dirotto e in mezzo a mille pozzanghere (per terra ci sono sempre i pietrini liscissimi, quindi attenti a portare scarpe ben protette e con un fondo antiscivolo, in caso di pioggia) ci dirigiamo in un locale non turistico in plaza de Curtidores. Il cibo non è eccellente ma gustoso, e io provo una tapa tipica di Siviglia, gli spinaci con i ceci ( e cumino e coriandolo), del buonissimo queso curado (stagionato di capra) e dei teneri calamari al sugo. Economicissimo. Ci diamo la buonanotte con gli amici e io torno al mio grazioso hotel verso mezzanotte, con le strade ancora piene di turisti e locali.
IL BARRIO DE SANTA CRUZ.
Risveglio nel buio e nella pioggia la mattina successiva. Prendo il solito caffelatte free in hotel e mangio il mio pastel de nata.
Stamattina farò un giretto nei vicoli del Barrio Santa Cruz, zona ebraica (fino a che non furono cacciati dalla città).
Da non perdere in zona la visita ad hotel storici come Las Casas de la Juderia e hotel rey del Moro, la Iglesia de Santa Blanca, l’Hospital de los Venerables, con la facciata barocca bianca e rossa, e la raccolta e deliziosa Plaza de Santa Cruz, al centro della quale, tra aranci e siepi di verde, e azulejos nel pavimento, si trova la bella Cruz de Cerrajeria, del 1692, una croce in ferro battuto che raffigura fedeli in preghiera, serpenti, angeli e demoni, in cui riposa il celebre pittore Esteban Murillo.
Pranzo veloce con tapas e vino bianco a Las Teresas, vicino al mio hotel, che consiglio per la qualità eccelsa e gli interni storici.
SI TORNA A CASA.
Ormai il mio soggiorno è terminato e mi avvio a piedi a percorrere il chilometro che mi porterà alla fermata del bus EA – Prado San Sebastian, dove, all’orario indicato da Google, passa puntuale il bus che in 30 minuti mi porta all’aeroporto.
Lascio Siviglia con l’immediata voglia di tornare e visitare tutte i luoghi che non ho visto e tornare dove sono stata.
Una città perfetta in cui vivere, luminosa (non mi sono quasi accorta della pioggia), viva, economica e super efficiente, molto ben organizzata per il turismo e per i residenti. Colorata. Una città con un’anima bella, che guarda alle Americhe e ai commerci, proiettata al futuro eppure così legata alla propria storia.
Siviglia è una città che mi attira moltissimo, proprio per la sua atmosfera. Avrei dovuto visitarla lo scorso agosto, ma poi abbiamo cambiato i nostri programmi e abbiamo preferito andare nel Nord della Spagna, sarà per la prossima volta!
Ho avuto la stessa tua voglia andando via da Siviglia: quella di tornare e godere ancora di questa città. Tra quelle che ho visitato in Spagna per me le batte tutte, una città davvero ricca di posti meravigliosi!
Bellissima questa città. Non sono ancora stata in Andalusia, ma spero di andarci presto perché adoro la Spagna
Bellissima Siviglia, mi è rimasta nel cuore! Noi abbiamo soggiornato proprio davanti al Metropol Parasol e la abbiamo visitata tutta girando a piedi!
Città dal fascino sorprendente!!! Quando riuscirò a realizzare questo sogno sarà troppo tardi… pensare che 2 anni fa di questi tempi stavo studiando per filo e per segno l’itinerario e poi a marzo, quando sarei dovuta partire, hanno chiuso tutto 🤦🏻♀️
Da tempo sognavo di tornare a Siviglia e poi finalmente ho trovato anche io un biglietto a un prezzo stracciato per dicembre. E poi dall’oggi al domani le nuove restrizioni di viaggio mi hanno impedito di partire (nonostante tre dosi di vaccino, avrei dovuto fare il tampone a Siviglia ma non ci stavo dentro con i tempi). Ho un conto in sospeso quindi, e tornare in qusta bellissima città attraverso le tue immagini e le tue parole mi ha fatto davvero piacere.
Uno dei miei sogni nel cassetto, per quanto riguarda l’Europa, è proprio un bel viaggetto in Andalusia, con la combo Siviglia-Granada-Cordova! Adoro questo stile arabeggiante e colorato!
Siviglia sembra bellissima, piena di storia ed architettura interessante che si sposa con le mete che solitamente amo. Era già sulla mia lista ma adesso mi hai messo una voglia pazzesca di prenotare un biglietto e visitarla personalmente.
Anche io e mio marito siamo stati ad ottobre a Siviglia. Non c’ero mai stata e me ne sono innamorata. La luce, il caldo, la vivacità, il buon cibo sfizioso, mi hanno stregato e ancora mi chiedo come sia stato possibile che non la conoscessi! E proprio come te ne sono rimasta incantata!
Ecco, Siviglia è uno di quei luoghi da troppo tempo nella mia wishlist: avevo una coinquilina proveniente proprio da qui e con tutti i suoi racconti mi ha invogliato a visitarl!