Bali, la lingua balinese, le leggende dell’isola, simboli e tante altre curiosità.
L’Indonesia è un paese immenso e ogni isola è un mondo, con una sua lingua, religione e cultura diversa.
Bali è un piccolo scrigno prezioso, ricchissima di segreti, simboli e leggende che vale la pena conoscere.
Bali la sua lingua: il balinese
A Bali si parla il bahasa indonesia ma la vera lingua è il balinese, che viene scritto con caratteri carakan, composti da un sistema derivante dall’indiano brahmi.
Esistono 47 lettere e ognuna rappresentante una sillaba, il balinese è composto da 18 consonanti e 9 vocali.
Ogni consonante ha una congiunzione chiamata gantungan, che annulla la vocale intrinseca della sillaba.
Bali e la sua lingua antica e difficile da imparare, ben pochi occidentali la conoscono, ma se veniamo in viaggio a Bali, possiamo cercare di imparare almeno qualche parola di saluto.
Questo ci farà stimare molto dai balinesi, che saranno sorpresi e felici di sentire che ci rivolgiamo a loro usando questa antica e bellissima lingua.

Qualche parola di balinese
Imparare qualche altra parola, ci aiuterà a sentirci ancora più in sintonia con il popolo balinese.
- Buon giorno – Rahajeng Semeng
- Buon pomeriggio – Rahajeng Tengai
- Buonasera – Rahajeng Wengi
- Io – Tiang Te – Ragane
- Mi chiamo … Bru – Wastan Tiang … Bru
- Come ti chiami ? – Sira Pesengan Ragane ?
- Grazie – Suksma Grazie Mille – Matur Suksma
- Mi scusi – Sugra Nggih!
- In risposta a Grazie si dice – Suksma Mewali (letteralmente benvenuto)
- Come stai ? – Punapi Gatra
- In risposta a come stai – Becik-Becik Manten ( sto bene )
- Arrivederci – Pamit Nggih
Bali simboli : il saluto Om Swastiastu
Il saluto tipo ciao o buongiorno in balinese si dice Om Swastiastu, questo benevolo saluto può essere usato in ogni momento della giornata.
L’Om è un simbolo appartenente alla lingua sanscrita, la scrittura sacra per iL Dio Sang Hyang Widhi, Om è una parola “sacra”, che esprime l’essenza di Dio.
L’Om è uno dei simboli più rappresentativa della religione induista di Bali , è il suono che ha dato origine all’universo, racchiude in sé tantissimi significati:
- La creazione
- Il suono stesso della vita
- I cicli infiniti dell’esistenza
- La chiusura di un ciclo e l’inizio di un altro
- La sacralità
- L’unicità
- La totalità
- Il sostegno
- La verità.
A Bali ci si saluta tenendo le mani giunte davanti al petto e pronunciando: Om Swastyastu: Spero che il bene arrivi da tutte le direzioni – che tu abbia ricevuto molte benedizioni da Dio, che tu abbia molta felicità. Dopo il saluto si mette la mano destra sul cuore.
Si pronuncia com’è scritta, risulta più facile se la dividiamo in tre parti: Om- Swasti- Astu, con un leggero accento su Om e su Ast.
Salutare con questa frase è una forma di rispetto verso gli altri, un modo per esporre i nostri buoni sentimenti e pensieri, cercando di stabilire da subito una relazione armoniosa.
La frase Om Swastyastu in sanscrito è formata dalle tre parole Om, Swasti, Astu:
- Om – Dio Onnipotente
- Swasti – sicurezza, felicità e prosperità
- Astu – si spera
Bali simboli : Om santih santih om
La frase Om Santih Santih Santih Om, è il saluto di congedo dopo aver salutato con Om Swastiastiu. Significa che la pace sia con te (Santih significa pace)
Abbiamo visto che il simbolo Om ha un significato molto importante a Bali, ma c’è un altro simbolo a cui i balinesi sono molto legati, la Swastika.
Bali i simboli : la Swastika

A Bali capita molto spesso di vedere vari simboli, uno di questi é la swastika, la croce uncinata con quattro braccia uguali piegati ad angolo retto.
Si ritiene che questo simbolo originario dell’Asia, sia stato usato prima della nascita del Buddha (563 a.C.)
La Svastica è uno dei più antichi simboli religiosi esistenti, rappresenta il potere divino, è quindi emblema di Visnu.
Infatti, molto spesso la troviamo nelle decorazioni dei templi, ma anche nei cancelli e all’entrata delle abitazioni.
E’ un antico simbolo di universalità, ordine cosmico, bene e pace, il suo significato è: benessere, successo, prosperità, buona fortuna .
La swastika e il sole
A Bali è uno dei simboli più importanti, ed è associato al Sole.
E’ il moto dell’Universo, il principio inamovibile presente in tutte le cose, che si esprime in esse come vita originandole, e al quale tutte le cose tornano.
E’ la ruota del mondo che gira intorno ad un centro immobile.
Purtroppo molti non ne conoscono le origini, e lo associano all’uso improprio che ne fece Hitler, il quale, ne sconvolse il significato originale seminando male e terrore.
Bali simboli il Poleng

L’eterna lotta delle forze del bene e del male si ritrovano anche nei costumi dei balinesi, tra essi c’è la stoffa poleng.
A Bali il tessuto a quadri bianco e nero chiamato Poleng, si trova spesso avvolto intorno a statue, tempietti o tronchi di alberi
Secondo la cultura balinese, il tessuto bianco e nero è un simbolo di Rwa Bhineda, che si riferisce alle differenze che determinano l’equilibrio dell’universo.
Il colore nero del tessuto ha un significato di buio e il colore bianco ha un significato di luce, fondamentalmente, significa che c’è sempre il lato giusto e sbagliato, felice e triste, pulito e sporco, bene e male.
Per vivere in armonia questi due contrasti devono sempre essere bilanciati.

Bali simboli e leggende – Barong e Rangda
Anche nella leggenda Balinese ; Barong e Rangda, spesso interpretata in spettacoli teatrali, viene evidenziata la lotta tra il bene e il male.
Il Barong è una creatura mitologica balinese, è raffigurato con le sembianze di un leone, anche se in realtà assomiglia più a un cane pechinese.
La sua testa è dipinta di rosso con una folta criniera, con gioielli dorati ornati da piccoli specchietti
Le origini del Barong sono molto antiche e provengono dal culto animista dell’isola, ancora prima dell’arrivo dell’induismo .
Il Barong è il re degli spiriti, a capo degli eserciti del bene, è il quarto “fratello” o figlio dello spirito che accompagnerà un bambino per tutta la vita, un concetto simile agli angeli custodi, Banas Pati Raja è lo spirito del bene che anima Barong.
Il Barong è spesso ritratto accompagnato da due scimmie, lui è il nemico di Rangda, la regina dei demoni.
La battaglia tra Barong e Rangda è descritta nella danza Barong per rappresentare l’eterna battaglia tra il bene e il male.
Leggenda di Barong e Rangda
Ci sono molte leggende su Rangda, una di queste narra che:
Rangda era la regina consorte del re balinese Udayana e la madre di Airlangga re nel 10° secolo, era nota per la sua devozione al culto di Durga a Bali.
Fu condannata dal marito e padre di Airlangga perché praticava la magia nera.
Dopo essere diventata vedova, Rangda in antico giavanese significa: “Vedova”, ferita e umiliata, cercò vendetta sulla corte del suo ex marito e su tutto il regno, convocò tutti gli spiriti maligni, i leyak e i demoni che causarono malattie e morte.
Airlangga dovette affrontare sua madre per salvare il suo regno, ci furono combattimenti, ma Rangda e le sue truppe di demoni erano troppo potenti
Il re Airlangga per sconfiggerla dovette chiedere l’aiuto a re degli spiriti del bene, Barong.
Barong accettò di aiutarlo e iniziarono i combattimenti, ma Rangda lanciò un incantesimo che spinse tutti i soldati di Airlangga a uccidersi con i loro keris.
Come risposta anche Barong lanciò un incantesimo, che rese i corpi dei soldati resistenti ai coltelli taglienti, alla fine, Barong vinse e Rangda scappò via sconfitta .
Danza barong
La danza Barong è la rappresentazione dell’eterna lotta tra il bene e il male
La danza inizia con due scimmie che giocano con il Barong in un ambiente tranquillo e di pace.
La scena successiva è conosciuta come “Keris Dance”. Appare il personaggio di Rangda che provoca scompiglio, lancia la sua magia nera su ballerini maschi, che rappresentano i soldati di Airlangga, e ordina loro di suicidarsi, in trance, questi uomini si pugnalano sul petto con il proprio keris .
Anche il Barong e il prete lanciano magie protettive sui soldati e li rendono invulnerabili alle lame dei pugnali .
La danza termina con la battaglia finale , con la vittoria di Barong su Rangda. Rangda fugge, il male è sconfitto e l’ordine celeste è ripristinato.
L’Indonesia è terra di leggende, molte derivano dalla base animista di questa popolazione, a Bali le leggende sono molte, tra queste molto particolare è quella del villaggio di Petulu
La leggenda di Petulu village
petulu primo piano
Il villaggio di Petulu è a pochi km a nord dal centro di Ubud, un piccolo villaggio nella campagna balinese, con poche abitazioni lungo una strada alberata
La sua particolarità sta proprio in questi alberi, dove al tramonto migliaia di aironi bianchi, in balinese chiamati kokokan, vengono a posarsi.
Ci sono molte leggende sul perché gli aironi tornano a Petulu ogni sera. Una credenza comune, è che gli uccelli siano le anime perdute di migliaia di persone che morirono durante un massacro nel 1965.
Molte persone del paese rimasero uccisi e molti non ricevettero mai riti funebri adeguati.
Qualche tempo dopo il villaggio di Petulu tenne una cerimonia per purificare il villaggio dall’energia malvagia, poco dopo questa cerimonia gli uccelli kokokan iniziarono ad arrivare.
Gli abitanti di Petulu credono che gli uccelli abbiano portato il benessere e proteggano il villaggio dagli spiriti cattivi, e quindi gli aironi sono rispettati e visti come una benedizione .
Vedere gli uccelli che arrivano a migliaia al tramonto, è un’esperienza davvero unica, soprattutto se conosciamo la leggenda di Petulu.
Bali e i suoi 3 calendari
Bali è complessa e unica, anche i calendari e il capodanno sono diversi dal resto del mondo, a Bali sono infatti usati tre calendari:
Il Gregoriano
Il calendario ufficiale di quasi tutti i paesi del mondo, quello che usiamo anche noi in Italia.
Prende il nome da Papa Gregorio XIII, che lo introdusse il 4 ottobre 1582 , basato sull’anno solare, cioè sul ciclo delle stagioni.
L’anno è composto da 12 mesi che hanno durate diverse, dai 28 giorni di Febbraio fino ad arrivare a un massimo di 31 giorni, per un totale di 365 giorni
Ogni quattro anni al mese di Febbraio viene aggiunto 1 giorno e i giorni totali diventano 366, è detto anno bisestile.
Il Saka

Questo calendario conta dodici mesi lunari, ogni mese inizia il giorno dopo la luna nuova e ha 15 giorni di luna crescente fino alla luna piena.
A Bali la luna piena è chiamata Purnama, è un giorno molto importante e ricco di cerimonie.
Se ti interessa approfondire l’argomento della luna piena puoi leggere il mio articolo: Bali e il Purnama
Dopo la luna Purnama ci sono poi 15 giorni di calante, che terminano con luna nuova, chiamata Tilem.
Il primo giorno dell’anno è di solito il giorno dopo la prima luna nuova Tilem di Marzo.
Il capodanno balinese chiamato Nyepi, cade il primo giorno di Kadasa, che gli anni dell’era Saka sono contati da quella data cui ogni mese inizia il giorno che segue la luna nuova.
Il calendario Saka è indietro di 78 anni dal gregoriano ed è calcolato dall’inizio dell’era Saka in India.
I nomi dei dodici mesi sono presi da una combinazione di parole di antico balinese e sanscrito, da uno a dodici e sono i seguenti:
- Kasa
- Karo
- Katiga
- Kapat
- Kalima
- Kanem
- Kapitu
- Kawalu
- Kasanga
- Kadasa
- Jyestha
- Sadha.
Interessante vero questo discorso sui calendari e le lune, ma a Bali questo non basta, e quindi per complicare ulteriormente le cose abbiamo un terzo calendario, il Pawukon, difficilissimo da comprendere, ha le sue origini nella religione indù di Bali .
Il Pawukon

Un anno è di composto da 210 giorni, il mese è composto di 35 giorni, il tutto diviso con un intricato sistema di settimane simultanee di 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10 giorni.
Il primo giorno dell’anno è il primo giorno di tutte e dieci le settimane che vanno da 1 a 10; questo calendario è usato soprattutto per le festività religiose.
I calendari Pawukon sono spesso vere opere di paziente e abile arte, interamente disegnati a mano, questo calendario non cambia negli anni, infatti, i suoi cicli sono innumerevoli, quindi il calendario non ha epoca.
Adesso capite che non esagero quando racconto che Bali è veramente molto complessa, che nasconde molti segreti tutti da scoprire, la complessità di questa incredibile isola, va molto oltre quello che si può osservare distrattamente durante una vacanza.
Bali va capita, vissuta e interpretata, con tutte le sue usanze, leggende, e con la sua lingua antica e musicale.
Nonostante lo sforzo che faremo per conoscerla meglio, Bali avrà ancora in serbo per noi tanti altri segreti .
Incredibile meravigliosa Bali

Rischi di farmi amare Bali nonostante i “Bule”. Brava..🤔🙄🤗
Ciao Roberto grazie
Matur Suksma per questo tuo interessantissimo articolo sulla lingua e leggende balinesi. Credo che sia importantissimo, soprattutto quando si viaggia verso destinazioni così remote, soffermarsi anche sugli aspetti culturali del paese.
Suksma Muwali Veronica, sono felice di far conoscere un poco della cultura della mia splendida isola