La seconda parte del mio viaggio di nozze la possiamo chiamare “Australia wild e outback”. E’ stato nelle aree più selvagge dove è la natura a farla da padrone, e dove gli aborigeni sono ancora il fulcro di questi territori.
Per un approfondimento leggi anche il nostro speciale
Lasciata la Great Ocean Road, la tappa successiva è nella selvaggia e bellissima Kangaroo Island.
Australia Wild e Outback: Kangaroo Island
Raggiungere l’isola è agevole, da Cape Jervis un comodo traghetto della Sealink Ferry, in 45 minuti circa effettua la traversata fino a Penneshow, cittadina principale dell’isola.
Le strade sterrate fanno pensare subito che sia impossibile girare l’isola un 4×4; in realtà sono perfettamente battute, prive di buche, e se non fosse per la polvere che l’auto si lascia dietro sembra di guidare sul normale asfalto. Per questo motivo anche con un’auto normale è possibile visitare tranquillamente Kangaroo Island.
Avvistare la fauna locale però non è semplicissimo, gli animali vivono in natura e si camuffano molto bene nel loro territorio. Un consiglio che vi posso dare è: se vedete un’auto ferma con i passeggeri a terra sul ciglio della strada, fermatevi anche voi! E’ possibile che abbiano avvistato koala o dei canguri.
La prima tappa è stata al Seal Bay Conservation Park, arrivando di prima mattina c’eravamo solo noi ed i leoni marini: un paradiso!

Successivamente ci siamo spostati al Flinders Chase National Park qui abbiamo avuto la fortuna di avvistare diversi koala e dei canguri.

Il parco, oltre ad essere molto ricco di fauna selvatica offre degli scorci panoramici davvero unici con bianchissime spiagge deserte e rocce modellate dal vento a strapiombo sul mare.

Personalmente credo sia l’isola più incredibile che abbia mai visitato. Il rispetto per la natura, l’ecologia e gli animali, e la sua bellezza selvaggia la rendono unica nel suo genere. Mi piange il cuore a pensarla in parte bruciata dai terribili incendi di gennaio 2020. Spero che riesca a ritornare il prima possibile il paradiso di cui mi sono innamorata.
Australia wild e outback: Adelaide
Adelaide la considero una città fortunata. E’ molto turistica grazie al fatto che è la porta d’accesso per Kangaroo Island e per l’area vinicola della Barossa Valley. Senza la sua posizione geografica invidiabile, se devo essere sincera non meriterebbe una visita mirata.
Il centro è piacevole, con una via dello shopping abbastanza viva, ha un piccolo parco cittadino con laghetto annesso, carino per rilassarsi al tramonto, ma le peculiarità della città finiscono qui.
Noi l’abbiamo visitata per un giorno intero, sperando che fosse più accattivante, e non nascondo di essere stata felice quando mi sono imbarcata sul volo per il Red Center.

Ayers Rock
Man mano che il volo si avvicinava ad Ayers Rock il panorama sottostante diventava più brullo e la terra si infuocava sempre di più. Vedere l’Uluru dall’alto dell’aereo è già stata una grande emozione.

Siamo arrivati nel tardo pomeriggio, abbiamo rimandato le visite all’indomani, godendoci un po’ di relax in piscina.
Il mattino seguente, ben prima dell’alba, ci siamo alzati per andare all’Uluru. Ci sono 2 punti di osservazione diversi, uno per vederlo all’alba ed uno al tramonto. I colori cambiano notevolmente, all’alba sembra quasi azzurrognolo, mentre al tramonto si infuoca. Ovviamente li abbiamo fatti entrambi.

Durante la giornata, nonostante il caldo molto intenso abbiamo prima fatto un percorso di trekking tutto attorno all’Uluru, per poi spostarci al Cultural Center. La visita è molto bella, si vedono gli aborigeni dipingere e creare opere d’arte, si conosce la loro cultura e le loro tradizioni.
Nel primo pomeriggio ci siamo recati all’altra attrattiva del Kata Tjuta National Park: i Monti Olgas. Distano 40 minuti circa di auto dall’Uluru, con la loro conformazione rocciosa a cupola sono riconoscibili anche a distanza. Anche qui abbiamo effettuato un trekking tra le cupole molto bello.

Al rientro dagli Olgas, come anticipato siamo andati nuovamente all’Uluru per concludere la giornata godendoci il tramonto al monolite più grande del mondo.
Australia Wild e Outback: Darwin
Le nostre tappe australiane si concludono nel Top End alla scoperta del Kakadu National Park e di Katherine Gorge.
Siamo arrivati a Darwin ad inizio pomeriggio, sinceramente poche ore sono sufficienti per esplorare la città, che purtroppo non ha nulla di storico. Nel 1974 è stata distrutta da un ciclone, ed è stata interamente ricostruita con il classico stile architettonico degli anni ’80, quindi non è certamente così affascinante urbanisticamente parlando. Ha però molte gallerie d’arte ed un piacevole lungo mare che consentono di passare qualche ora piacevole.
Kakadu National Park
Il solo nome evoca le vicende di Mr Crocodile Dundee, questo è il territorio degli alligatori australiani, ma questo parco ha in serbo molto di più dei giganteschi rettili.
Come prima cosa abbiamo preso un’imbarcazione per vedere la fauna avicola dall’acqua. Il parco ospita milioni di uccelli esotici, ed è un vero paradiso per il birdwatching. Ovviamente, a parte gli uccelli abbiamo visto molti coccodrilli sia in acqua che sulle sponde.

Il Kakadu non è solo fauna, infatti al suo interno c’è un’enorme foresta che racchiude dipinti rupestri risalenti a 20 mila anni fa.
La passeggiata nel verde per arrivarci è piacevole, e riserva anche qualche incontro con i canguri.

Katherine Gorge
Per raggiungere le 13 gole scavate dal fiume Katherine, bisogna arrivare nella cittadina omonima. Da qui si parte con la barca per ammirare dall’acqua queste insenature. Al termine della visita di Katherine Gorge abbiamo raggiunto Edith Falls, la cascate termina in un laghetto balneabile, ed è l’ideale per rinfrescarsi dalla calura.

Il nostro itinerario in Australia si conclude con una notte in volo tra Darwin e Sydney. Ma il nostro viaggio continua verso il blu della Polinesia, ma questo lo leggerete nel prossimo articolo.
See you soon!
Se volete informazioni dettagliate su questa meravigliosa terra leggete lo Speciale Australia

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