Uzbekistan, da tempo desideravo scoprire l’Asia Centrale e il mio interesse era caduto su questo Paese adagiato in mezzo agli altri “Paesistan”. Avevo visto qualche foto nei gruppi facebook e così mi ero messa in contatto con due guide locali che mi avevano fatto un’ottima impressione. E così, visto che dal 16 marzo è caduto l’obbligo del tampone in entrata, essendo sufficiente il certificato vaccinale (green pass), ho deciso di aggregarmi ad un gruppo in formazione e, una ventina di giorni prima della partenza, ho deciso di andare.
Uzbekistan COME ARRIVARE E QUANDO ANDARE
Il volo è obbligatorio con la Turkish, molto comodo quindi da Bologna, che ha due partenze al giorno per Istanbul. Ho optato per i voli diurni, sia all’andata che al ritorno, e ho trovato un buon prezzo su Skyscanner, con rinvio all’agenzia online “GoToGate”, con la quale ho acquistato il biglietto a € 612,00, con partenza la mattina del venerdi di Pasqua e rientro la sera del 25 aprile.
Aprile è l’inizio della stagione favorevole per la visita del Paese, in quanto d’inverno è piuttosto freddo e nel mese di marzo piove tanto. Luglio e agosto sono troppo caldi. Le visite migliori sono dunque da aprile a giugno e da settembre a ottobre.
Giorno 1 – 15 aprile volo Bologna-Tashkent via Istanbul
Il tour di gruppo con la fantastica guida Olamgir Usarov, un adorabile ragazzo superfashion di Samarcanda, laureato in Turismo e guida certificata parlante un ottimo italiano, comincia il 17 mattina e io, per risparmiare, ho preso il volo due giorni prima. Da Istanbul partono due voli Turkish al giorno, uno che arriva alle 1.05 am e uno che arriva alle 7.25 am. Io sono arrivata col primo e pertanto avevo necessità di passare due notti nella capitale, Tashkent.
Olam, la guida, aveva preparato la mia accoglienza all’arrivo e infatti, dopo un volo un po’ confusionario da Istanbul (e nessuno che portava la mascherina), un ritiro bagaglio ben riuscito grazie all’aiuto degli altri due unici italiani del volo (avevo sparso le valigie del volo su nastri diversi…), all’uscita degli arrivi, ho visto il cartello Karavan Travel e due persone che mi aspettavano con un grande pulmino tutto per me.
In circa 15 minuti siamo arrivati all’hotel che avevo scelto su Booking, il carinissimo Home Boutique Hotel (9.6 rated, @homehoteltashkent su IG). Piccolino ma con un bel giardino esterno, un negozio subito fuori per comprare acqua e generi vari, macchina per prelevare denaro locale (non trascurabile, in giro non esistono cambiavalute) e, soprattutto, una camera e un bagno bellissimi e un letto super comodo. Visto il prezzo, 50 euro a notte colazione inclusa, avevo scelto la matrimoniale anche se viaggio sola.
Il clima è caldo, sono esausta, ma faccio un piccolo bucato, visto che mi fermo due notti, e una piacevolissima doccia. Il wifi funziona e posto qualche foto di inizio viaggio.
Focus Uzbekistan
Gli hotel a Taskent dispongono di bagnoschiuma, shampoo e un kit con spazzolino e dentifricio, che può bastare per tutta la durata del viaggio.
In Uzbekistan non esistono uffici di cambio e pertanto, per ottenere denaro locale occorre recarsi in banca dal lunedi al venerdi oppure prelevare la moneta locale, il sum, con bancomat e carte, che non sempre funzionano. Portatevi quindi più di una carta. Io a volte sono riuscita a prelevare col bancomat, altre con la carta VISA, che preferiscono a MasterCard. Da tenere conto che la vita costa pochissimo, quindi si può cominciare prelevando 500.000 sum, che equivalgono circa a 43 euro, commissioni incluse.
In tutti gli alberghi è provvista una bottiglietta di acqua in camera.
Uzbekistan Giorno 2 – 16 aprile visita della Tashkent moderna con Olamgir
Questa mattina, essendo andata a letto alle 3, mi sveglio con comodo e faccio colazione verso le 10.30 nel gradevole giardino dell’hotel. Omelette, formaggi locali, un ottimo tè nero, frutta e pancakes con miele e crema di nocciola. Cominciamo bene! Mi rilasso in hotel dove l’aria condizionata funziona benissimo. Infatti è letteralmente scoppiato il caldo e quindi vi è necessità. Verso le 16 passa a prendermi Olam, che gentilmente, sapendo che sono sola, si è offerto di portarmi un po’ in giro. Ci fermiamo al bancomat per prelevare, alla seconda carta, riesco a prelevare 500.000 sum.
Uzbekistan Ecco le visite di oggi:
- Metropolitana di Taskhent: da vedere assolutamente, indispensabile Olam perché le scritte sono in cirillico e in uzbeko, affascinante tra echi architettonici turchi e arabeggianti e rigorismo sovietico. Vediamo diverse stazioni, tutte diverse, per raggiungere i vari luoghi della città, che è molto grande e trafficata.
- Tappa nel piacevolissimo Tashkent City Park, un’area verde enorme e piacevolissima con tanto di laghetto, bar e cafè, sculture avveniristiche di erba e specchi, macaron giganti e persino la scritta LOVE di New York. Il sindaco vuole che i cittadini abbiano luoghi di ricreazione in cui rilassarsi con la famiglia dopo il lavoro. Tutto attorno grattacieli in costruzione e residence supercostosi che imitano il modello “dubaiano”. Ci fermiamo sulle panchine con due lattine di mojito analcolico buonissimo (circa € 1.80 per le due lattine).
- Dopo una corsa in taxi (circa mezzo euro, parliamone) facciamo tappa al Magic City, altra area ricreativa con bar e ristoranti, dove gli uzbeki hanno voluto ricreare…tutto il mondo. Ecco allora Disneyworld sul laghetto, un pezzo di Barcellona, le vie dei paesini tedeschi, un tempio greco e una ricostruzione della piazza Registan di Samarcanda, e persino una cabina telefonica londinese.
- A piedi ci incamminiamo verso un centro commerciale per le strade trafficate e riesco a fare una foto della scritta “Tashkent loves you”, inciampando senza conseguenze.
- Olam mi porta in un moderno centro commerciale sul modello di quelli americani e asiatici, con bei negozi e profumerie e tra Chanel e Versace arriviamo nella Food Court all’ultimo piano, gremita di locali che mangiano allegramente.
- Prendiamo un improbabile pollo fritto con insalata e patatine (per 2 spendo 114.000 sum, circa 11 euro), ma il cibo è cattivo e non c’è posto da sedere, ma un gruppo di signore del luogo ci ospitano al loro tavolo in cambio di foto e qualche parola in inglese e, visto che lasciamo il nostro cibo, ci offrono anche la loro torta! In seguito, sempre in taxi, Olam mi accompagna all’albergo, prendo una bottiglietta di acqua nello store vicino (2.000 sum = 0.16 cent di euro). Fa molto caldo e preferisco avere scorta in camera. Buonanotte, domani si partirà verso le 9, dopo che Olam andrà a prendere il resto del gruppo in aeroporto.


Focus:
Attenzione alle buche!!! In Uzbekistan sono ovunque nelle strade, servono come canale di scolo. Comunque, rotture e tombini aperti…sono il vero pericolo del viaggio.
Giorno 3 – 17 aprile : visita della Tashkent storica col gruppo
Dopo un non facile pagamento delle notti in hotel (non accettano euro, ma dollari, e nessuna carta funzionava, per fortuna sono riuscita a prelevare in due tranche col bancomat circuito Maestro…mah) finalmente conosco i miei compagni di viaggio e la mia compagna di stanza per le prossime notti…e sarà amore a prima vista. Un gruppo veramente fantastico!
Cominciamo la nostra visita, in una giornata caldissima, con la moschea Hazrati Imon Jome Masjidi, e l’adiacente complesso di Khasti Imom, con la bella Madrassah Barak Khan (le scuole coraniche con le camere degli studenti, ora negozietti) e poi visitiamo la copia più antica del Corano di Osman, dl VII secolo, custodita nel museo-biblioteca di Moye Mubarek.
Col pulmino ci dirigiamo verso il Bazar Chorsu, con la bella cupola turchese e blu. Si tratta di un mercato locale con la zona della carne, enorme, al piano terra, e la vendita di frutta secca nella balaustra circolare.

Fuori, una caotica serie di bancarelle di verdura e olio (olio di cotone, qui ne hanno tantissimo e fanno pure l’olio!) e poi un intricato Bazar di vestiti per locali.
Nel caos (noi con le restrizioni Covid, che qui non ci sono da tempo, non siamo più abituati) lasciamo il Bazar e andiamo a cercare un posto per pranzo.
Molti sono chiusi visto il ramadan, ma alla fine approdiamo in un ampio ristorante vicino ad un fiume in secca dove inaspettatamente mangiamo benissimo, ottima zuppa di lenticchie, il pane strepitoso e una buona insalata di pomodori, frutta e l’immancabile tè verde…e capiamo che per mangiare abbiamo speso circa 3.50 euro.
Siamo tutti d’accordo e decidiamo di tenere una cassa comune (che tengo io).
Focus:
In Uzbekistan al ristorante è difficile ottenere una bottiglia di acqua fredda! Al contrario, il vino rosso, che costa dal 100.000 ai 170.000 sum, ossia8/9 euro, è spesso freddissimo.
Uzbekistan : Tashkent ANCORA VISITE
Nel pomeriggio col pulmino raggiungiamo in periferia il Museo delle Arti Applicate, con una casa privata spettacolare, tutta intarsiata e colorata, finemente decorata, e annesso museo di tessuti (gli atlas IKAT) e di tappeti. Bellissimo.
In seguito prendiamo la metro per vedere altre stazioni e raggiungere la zona aperta della statua di Re Tamerlano, la piazza Amir Timur, con lo sfondo del sovietico Hotel Uzbekistan e una specie di “Casa Bianca” che è il Palazzo del Diritto.
Non lontano dalla statua si apre una zona di ricreazione stile Luna Park, con tanti legnetti di zucchero filato colorato, che qui vanno alla grande, e un interessante mercatino vintage e di tele di pittori, fino a raggiungere, attraverso un lungo giardino (quanti giardini a Tashkent!), ancora la metro con cui arriviamo a piazza dell’Indipendenza, di gusto prettamente sovietico.
Verso le 18 il pulmino ci porta in albergo, forse il peggiore del viaggio, ma comunque confortevole (mai fatto colazione per le partenze early del giorno dopo), l’Arien Plaza Hotel.
Dopo una bella doccia andiamo a mangiare al ristorante Sim Sim, a circa 15 minuti a piedi (all’andata ci facciamo portare dall’autista, meglio). Il posto è magnifico e il cameriere che parla poco inglese simpaticissimo. Non facile ordinare senza Olam, ma ci siamo divertiti e abbiamo assaggiato una zuppa di cavolo rosso russa, il Bortsh, con panna acida, ci siamo mangiati un chilo del loro pane rotondo favoloso e abbiamo preso un tortino al cioccolato con cuore morbido e gelato al latte che parlava. In 4, con una bottiglia di acqua (poi prenderemo vino la sera) abbiamo speso 207.000 sum (18 euro).
Giorno 4 – 18 aprile : volo per Urgench, visita delle fortezze dell’antica Khorezm: Ayaz Kala e Toprak Kala
Uzbekistan Arrivo a Khiva e visita serale.
Oggi ci svegliamo alle 4.30 perché il nostro volo della Uzbekistan Airways per Urgench parte alle 7.00.
Basta essere in aeroporto alle 6.00. Facile check in, consumazione del nostro breakfast box (in aereo offrono solo bevande calde e fredde) e partenza in orario in aeromobile comodissimo e nuovissimo. Il volo dura 1h15.
Focus Uzbekistan :
in aeroporto si può portare l’acqua in aereo, i controlli di sicurezza la fanno passare, sia per i voli nazionali che per quelli internazionali. In rientro a Istambul però, tornando in Europa, ci sono controlli bagaglio anche se si è in transito e lì l’acqua la dovete lasciare, anche se in aeroporto c’è una fontana gratuita.
Focus: non c’è obbligo di mascherina né a bordo né in aeroporto.
Sulla strada ci fermiamo in una banca per cambiare 100 euro a testa che ci basteranno per tutta la vacanza….e per cambiare attendiamo un’ora e mezza…).
Col pulmino andiamo a visitare le antiche fortezze del deserto risalenti ai secoli dal II al IV. Ad Ayaz Kala c’è un tratto in salita dove c’è sabbia…occhio quindi mettete scarpe adatte. La seconda tappa invece è rocciosa. Tira vento e ci vuole il piumino leggero.
La zona del Khorezm sorge attorno a quello che un tempo fu il fiume Amu Darya e al suo delta. All’epoca, la funzione era simile a quella del Nilo e il nome storico del fiume era Corasmia. Oggi la provincia di Khorezm comprende il Khanato di Khiva , la città di epoca sovietica di Urgench e appunto le fortezze del deserto conosciute col nome collettivo di 50 fortezze “ Elliq-Qala”. La regione oggi ha il nome di Karakalpakstan e si trova al confine col Turkmenistan.

Tornati sulla strada ci fermiamo a pranzo in un grande ristorante, forse il peggiore del viaggio. Il pane un po’ duro e la zuppa locale di carne e verdure per me troppo speziata. Assaggiamo un piatto di formaggi variopinti e i ravioli con la zucca (dumpling) e finiamo con un’ottima baklava con l’immancabile tè verde (278.000 sum in 6) ossia i soliti 4 euro a testa.
Focus Uzbekistan :
La baklava, il dolce di noci nazionale, è diversa in ogni città visitata, e sono tutte molto buone.
khiva
Nel pomeriggio arriviamo a Khiva, con il centro storico raccolto entro le mura. Il pumino ci lascia fuori dalla west gate, entriamo in quanto abbiamo l’hotel entro le mura (ci sono i tornelli) e ci accomodiamo nello splendido Orient Star Hotel, ricavato nella vecchia madrassah adiacente al magnifico minareto ricoperto di piastrelle turchesi, il Kalta Minar.
Le stanze sono ricavate nelle celle degli studenti e sono piccoline ma dotate di un bel bagno grande e di stufa elettrica. Consiglio di scegliere i letti singoli per un maggior comfort e per muoversi meglio. Mi dicono che al piano superiore ci sono le deluxe, ma non le ho viste. Le stanze sonno affacciate su un cortile comune dove prende il wifi (non in camera, i muri sono troppo spessi).
Facciamo un giro per il piccolo centro stupendo. C’è il sole e ne approfittiamo per fare una marea di foto. Basta andare a destra usciti dall’hotel e gironzolare dritto, a destra e a sinistra. La visita vera e propria dei monumenti la faremo domani con Olam, ora ci godiamo gli scorci, le bancarelle e le belle statue in bronzo nei giardini, i piccoli bar e la quieta vivacità di questo incanto.



Un must è vedere la città illuminata di notte.
Prenotiamo quindi un tavolo sul terrazzo del ristorante La Terrasse Cafè, con vista sui monumenti illuminati e sulla Arab Khan Madrassah. Fa freddo ma ci vengono fornite coperte pulite ed è incantevole cenare qui.
Prendiamo una bottiglia di buon rosso (specificate dry, sennò ve lo portano semi sweet, adatto magari con l’agnello) Bagizagan (110.000 sum), ottimi spiedini di carne e verdura e dumpling di zucca. Spesa 410.000 sum in 5 (circa 6 euro a testa). Dopo un giretto per vedere le meraviglie illuminate, andiamo a letto presto. Un luogo di pace e stupore.
Giorno 5 – 19 aprile : visita di Khiva – Ichon Qala (città antica)
Dopo una buona colazione nella splendida sala del ristorante esterno all’hotel (sulla destra dopo il minareto), cominciamo la visita con Olam, che ci aspetta ogni giorno alle 9 nelle hall degli hotel.
Oggi piove un po’ e fa freddino.
Cominciamo con un palazzo incredibile, tutto intarsiato delle tonalità dal turchese al blu: il Kuhna Ark, cominciata a costruire nel XII secolo e ampliata poi dai Khan nel XVII secolo. Qui troviamo un gruppo di ballerine che fanno le prove e ci deliziamo di questo spettacolo inaspettato. Di fronte, sulla piazza in cui un tempo si facevano le esecuzioni, visitiamo la Arab Khun Madrassah e la Madrassah di Mohamed Rakhim Khan (il Khan che si arrese alla Russia nel 1873). Proseguimo con la visita della Moschea Juma, con 218 colonne di legno tutte diverse, continuiamo fino al minareto, bellissimo, di Islom Hoja e la attigua Madrassah che contiene un museo.

Ci fermiamo a pranzo nel vicino Cafè Zarafshon, uno dei migliori del viaggio, dove ricordo una favolosa cream di zucca, insalate di pomodori, carote gialle e cavolfiore e involtini di melanzane e formaggio. Spendiamo 560.000 sum in 6 (8 euro a testa).
Continuiamo la visita del Mausoleo di Pahlavon Mahmud, col cortile verde di piante e dentro tutto azzurro. Dove faccio video di una preghiera, e dell’Harem Di Khan, il palazzo delle concubine, dove le scolaresche ci chiedono tante foto con noi.
E’ l’ora di andare a fare un giro sulle mura della città vecchia. In seguito io mi rilasso un po’ in hotel mentre gli altri salgono sulla torre.
Per cena ci facciamo consigliare dal personale dell’hotel che ci aiuta a prenotare un tavolo al Minor, un ristorante nuovo gestito dall’energica e bella proprietaria, dove ci accomodiamo in terrazzo in un bel tavolo vista tramonto e con l’offerta di giacche pesanti. Prendiamo un vino bianco, il Rkasiteli, non male ma preferiamo il rosso locale, come ci aveva detto Olamgir. Con ottimi spiedini di carne e patate e verdure e i soliti dumpling, questa volta al formaggio e zucca, da dividere, spendiamo ben 670.000 sum in 5 (11 euro a testa). E passeggiando tra i monumenti illuminati, andiamo a dormire.
Il mio viaggio in Uzbekistan prosegue con la visita di altre meraviglie, non perdete la seconda parte. Verso Samarcanda
L’Uzbekistan è uno di quei Paesi che mi piacerebbe molto visitare, spero di riuscire a farlo presto. Grazie per i consigli
L’Uzbekistan mi ispira davvero tantissimo e mi piacerebbe organizzare un viaggio proprio qui magari l’anno prossimo, forse nel periodo pasquale. Vediamo che cosa combinerò!
Che sogno l’Uzbekistan!! Da bambina ero andata a vedere sull’atlante dov’era Samarcanda e da allora resta nel mio immaginario come un luogo incantato. Attendo il proseguo del tuo viaggio e poi magari ti contatto per altre dritte più specifiche
Certamente! L’Uzbekistan è tutto affascinante, non solo Samarcanda
Avevo seguito il viaggio di Cristina su Facebook e grazie alle sue foto mi sono innamorata di questa terra; non penso di visitare l’Uzbekistan nell’immediato, ma è sicuramente nella lista dei miei desideri!