Kyrghyzstan del nord : attorno al lago Issyk Kul (22 – 30 aprile 2023)
Il richiamo dell’Asia Centrale si è fatto sentire anche quest’anno. E così, complice l’invito di Paolo, l’amico conosciuto lo scorso aprile nel viaggio in Uzbekistan, ho deciso di partire alla scoperta di un Paese remoto e sconosciuto, il Kyrgyzstan. Si fa fatica anche a dirlo questo nome, vero? E allora partiamo proprio dalla pronuncia di questo nome evocativo ed esotico, quanto misterioso.
La pronuncia corretta contempla l’omissione di tutte le vocali “i” e l’accento è quasi ricadente sulla K, dal suono molto duro: partiamo quindi per il “Krgstan”!
Parto con altri viaggiatori sconosciuti, che ben presto diventeranno ottimi compagni di avventura, con cui trascorrerò 8 giorni divertendomi tantissimo e condividendo il profumo di questo viaggio.
Siamo in 15 partecipanti a questo tour on the road di gruppo, organizzato dall’Italia, a cui si aggiunge una accompagnatrice fantastica, Maria, e sul posto, ci attenderà un’altra donna, la deliziosa, competente e rigorosa Guyzel, che grazie alla conoscenza della lingua inglese, non proprio diffusa nel suo Paese, ci aprirà le porte di questo mondo sconosciuto.

Kyrghyzstan del Nord
Il mio itinerario si limiterà alla parte nord del Paese e non contempla trekking importanti, ma, ve lo dico subito, se si fa trekking duro ad alta quota, si possono vedere scenari fantastici, tra cui spiccano irreali laghi di montagna incastonati tra prati verdi e picchi innevati. Certo, queste zone sono riservate a chi è ben allenato e non teme un trekking estremo.
Partiamo il 22 aprile verso le 10 del mattino da Milano Malpensa con la solita compagnia Turkish Airlines, il vettore più versatile per raggiungere l’Asia Centrale, e arriviamo verso le 2 di notte all’aeroporto Manas, intitolato alla più famosa figura mitologica del Paese, che vanta un poema epica ben più lungo dell’Odissea.
Il nome dell’aeroporto, e anche quello della capitale, Bishkek, è scritto in cirillico e capiamo subito che d’ora in poi non leggeremo nulla in un carattere. Fa piuttosto freddo, ma del resto ce lo aspettavamo. Qui siamo ancora in inverno e infatti la stagione ideale per visitare il Paese va da metà maggio a settembre.
Guyzel ci attende con un sorriso smagliante tenendo tra le mani un vassoio contenente, alla nostra vista, tante piccole crescentine fritte, qui chiamate “Boorsok”, che ci offre indicandoci di intingerle in una succulenta marmellata di fragole.
Ed è questo il primo approccio alla conoscenza del Kyrghyzstan del nord: hanno le crescentine fritte identiche a quelle che facciamo a Bologna, e uno dei prodotti locali più tipici è la buonissima marmellata di fragole, che non pensavamo proprio, nel nostro immaginario, essere un frutto diffuso in questa zona geografica.
- Focus: un cestino grande di Boorsok fumanti al ristorante vi costerà l’equivalente di 1 euro!



Hotel e lingua
Ci dirigiamo subito in hotel, con i nostri comodi pulmini guidati da due autisti del tutto ermetici e parlanti esclusivamente russo, Denis ed Eughenius, che ci accompagneranno per tutto il tour, per dormire qualche ora prima di visitare la capitale in questo giorno già cominciato, il 23 aprile.
Siamo alloggiati in un 4 stelle, il Plaza Hotel, abbastanza confortevole ma piuttosto “grigio” (e da qui comincia il tormentone “grigio sovietico” che ci accompagnerà per tutto il viaggio: monumenti, cieli, cittadine, villaggi, anche perché in aprile siamo ancora alla fine dell’inverno e i colori della natura non sono proprio sgargianti). Alla reception abbiamo bisogno di Guyzel per la traduzione perché il personale parla solo russo o kyrghizo, entrambe lingue ufficiali.
- Focus: I locali non parlano inglese, nemmeno in un hotel 4 stelle e nei ristoranti in voga nella capitale, quindi attenzione a pensare di poter fare un viaggio senza guida: non troverete nemmeno menu in inglese e vi spiegherete solo a gesti!
La stanza, in alberghi di categoria alta, è dotata di bottiglie di acqua gratuita, accappatoi, phon, spazzolino e dentifricio, bagnoschiuma e shampoo. Noto subito che il cotone usato per asciugamani e accappatoi è veramente di ottima qualità e così sarà per tutte le sistemazioni.
- Focus: ottime spugne per asciugamani in tutte le sistemazioni, ma non troverete crema da corpo o balsamo per capelli. Le prese sono di tipo C come quelle dei caricatori dei cellulari e pertanto non occorre l’adattatore, a meno che non abbiate prese a 3 perni italiane.
I materassi sono comodissimi! Una vera sorpresa, quasi comodi come quelli che si trovano negli USA. Dormiamo quindi benissimo ma qui tengono il riscaldamento a palla (tasto dolente! Portate qualcosa di leggero per la notte) e non si può spegnere e quindi abbiamo dormito con la finestra aperta anche se la temperatura era sui 5 gradi.
Affronto subito l’argomento COLAZIONE. Varia e gustosa. Uova di tutti i tipi, salsiccine di pollo, patate un po’ gommose, marmellata di fragole e albicocche sciroppate buonissime e un miele di montagna favoloso, dal colore biancastro e dalla consistenza piuttosto solida: compratene un vasetto come souvenir! Le migliori colazioni sono state nelle zone rurali, con prodotti locali. Carenti i succhi, che sanno solo di dolciastro. Tanta frutta secca e porridge. Vi alzerete da tavola sazi.
Kyrghyzstan del Nord : Giorno 1 di visita – 23 aprile
Dopo aver dormito qualche ora e dopo una lauta colazione, verso le 10.30 partiamo alla scoperta della capitale. Un sole caldo ci stupisce e nelle ore ci affaticherà, ma ne siamo ovviamente contenti.
La città è sorta nel 1924 ad opera del governo sovietico e qui tutto richiama al regime che ha condotto il Paese fino alla proclamazione della repubblica kyrghiza, nel 1991.
Il centro della città e grande, le piazze sterminate e puntellate di stature nere ed edifici bianchi rigorosi, qualche cupola dorata perché qui il 90% della popolazione è musulmano, fontane, murales che colorano il grigio chiaro dei muri.
Visitiamo l’Università, la Victory Square, tanti giardini rigogliosi e colorati da tantissimi tulipani che convivono con le statue imponenti di Lenin, Marx ed Engels, e di immagini di donne, ovviamente imponenti, che raffigurano la madre patria Russia. Immensa l’Ala-Too Square e Oak Park.
Visitiamo anche il completissimo museo della storia del Paese, davvero molto interessante, all’interno del quale si trova anche una esposizione di tappeti fantastici e lavorati in modo unico.
Sono molto preziosi e costosi, per cui è difficile considerarli un souvenir come, ad esempio, può accadere in Marocco, in Messico, o come anche nel vicino Uzbekistan.

Non può mancare la visita del mercato, l’ Osh Bazar. Imponente, brulicante di ogni merce e genere alimentare, si trova di tutto, ma sicuramente sarete attratti dai cappelli tipici bianchi e ricamati di colori scuri. Un ottimo souvenir!
Prima di entrare nel mercato ci fermiamo da un cambiavalute. Per un euro vi daranno 97 som kirghizi. Pertanto facilmente potete pensare che 100 som sono 1 euro e quindi vi potete regolare facilmente. Tenete conto che per un pranzo luculliano in ristorante spenderete non più di 6-8 euro, che un caffè invece costa 1 euro. Il costo della vita è molto basso.
- Focus Artigianato e forme di pagamento: prodotti di qualità. Il materiale nazionale è la lana di feltro. Troverete bellissime sciarpe in seta e fiori di feltro, il cui costo varia da 700 a 2.500 som. Potete contrattare, si può scendere per non più di un 20%.
- Da portare a casa anche le pantofole in feltro ricamate, il miele bianco di montagna, i presepi in feltro, sottopentola ricamati, vodka e il cognac locale (meglio quello invecchiato 7 anni). Si può pagare con la carta di credito, ma potrete pagare solo con la VISA e comunque in qualche caso fanno un ricarico del 4%.
A pranzo, ci fermiamo in un bellissimo ristorante di catena, il Navat, che consiglio. Begli arredi e cucina buonissima (prendete vari piatti, ci sono le foto).
Noi abbiamo assaggiato di tutto, ma io vi consiglio la carne di agnello con le patate e le melanzane caramellate al pomodoro e un poco piccanti. Assaggiate i kurut, palline sode di formaggio saporitissimo, che trovare anche nei mercati. Da bere potete ordinare una birra anche se siamo in un Paese musulmano. Il pane è molto buono, soffice e tondo. Farete fatica invece a trovare un dessert, pertanto, se avete voglia di dolce, sfogatevi a colazione.
Il pomeriggio andiamo in un centro commerciale GLOBUS dietro alla Victory Square (ricordatevi questo nome, identifica anche tutti i supermercati) dove, all’ultimo piano, si trovano tanti rivenditori di artigianato locale.
Usciti, ci godiamo il passeggio della vita locale e notiamo che coesistono tanti fast food KFC e magazzini sovietici GUM, giovani nei negozi di cellulari e ragazzine che divorano gelati.
La torre dell’Orologio regalato dall’Armenia segna la fine del nostro lungo passeggio e troviamo i nostri pulmini che ci riportano in hotel per una doccia, infatti è stata una giornata davevro calda e noi siamo vestiti da inverno!
La cena è alle 19 in un ristorante raggiungibile a piedi dall’hotel, ARZU. Stasera assaggiamo pollo al pomodoro e peperoni piccanti e una grande varietà di insalate e verdure e nudeln in brodo piccantino, ma decisamente buono. Se volete la frutta, purtroppo solo mele e arance, preparatevi a pagare come una fetta di sacher viennese!
- Focus: in Kyrghyzstan si cena presto!
Di fronte a questo ristorante si trova l’ interessante palazzo dello Sport (Kozhomkul Sport Palace, 501 Frunze Street)in cui vengono tenuti incontri di wrestling. In stile rigoroso sovietico, è annunciato da una imponente statua nera (Kojomkul Monument) che raffigura un personaggio a loro dire realmente esistito, un uomo talmente grande e forte da poter sollevare un cavallo! Secondo noi questo popolo confonde un po’ i poemi epici e le leggende con la voglia di un passato reale.
Facciamo poi un giretto al vicino supermercato Globus a circa 10 minuti a piedi dall’hotel per prendere qualche snack e poi andiamo a dormire, non prima di aver assaggiato una buona vodka locale.
- Focus: Biskek mi è piaciuta e la promuovo a pieni voti. Quello che più mi ha colpito è che lo sguardo incontra sempre una cornice ad ogni fotogramma catturato, quella delle montagne innevate che sono la costante di ogni panorama kirghizo, anche cittadino.

Kyrghyzstan del nord -Giorno 2 di visita – 24 aprile
Oggi facciamo una gita in giornata e rientreremo a dormire a Biskek.
Vestiti con un buon piumino e con le scarpe da trekking, percorriamo in pulmino i 45 km che separano la capitale dall’ALA ARCHA NATIONAL PARK.
Via via la strada sale tar le montagne ancora spoglie e dai colori marroni e il paesaggio e decisamente alpino. Del resto, appena comincio a camminare, capisco che siamo davvero in alto e infatti si parte da 2.200 metri, che tagliano subito il fiato. Il resto del gruppo parte per 1 ora di salita dura e ripida e io mi godo le panchine al sole e la compagnia di uno scoiattolo giocoso.
Quando il gruppo torna ci dirigiamo lungo la stradina asfaltata del parco che conduce ad un lungofiume pietroso con cascatelle e montagne innevate a non finire. Davvero un bel posto! Ci vogliono comunque scarpe da trekking leggere.
A pranzo ci fermiamo da SUPARA (1, Karagul Akmat Str. – ethnocomplex@supara.kg), un ottimo ristorante con piatti tradizionali (io prendo una buonissima bistecca con patate) e un delizioso shop. C’è un bagno tutto in legno bellissimo e splendide yurte confortevoli.
Torniamo poi a Biskek per la cena, che consumiamo in un locale bellissimo dove mangiamo carne buonissima e le solite verdure di tutti i tipi, accompagnate da una bevanda rossa dolciastra buonissima.
Non perdete il ristorante Pishpek, a pochi metri dall’hotel, frequentato dai locali (anche perché di turismo qui non ce n’è ed è solo russo).
Kyrghyzstan del Nord : Giorno 3 di visita – 25 aprile
Dopo la buona colazione in hotel ed aver caricato le valigie nei pulmini, lasciamo la capitale per raggiungere la nostra meta di viaggio: il LAGO ISSYK KUL, il secondo lago montano più grande del mondo.

Si tratta di un limpidissimo lago salato a 1.608 mt s.l.m. dove i locali fanno villeggiatura e circondato da catene montuose altissime ed innevate per un effetto contrasto assicurato. Attorno al lago si aprono valli e canyon da cui partire per tanti trekking, meglio nella stagione estiva.
Lungo il tragitto, che durerà circa 5 ore, ci fermiamo a visitare la Torre (minareto) di Burana, ciò che resta dell’antica città sogdiana di Balasagun. All’interno della torre, una scala strettissima e claustrofobica conduce al tetto da cui, nei giorni limpidi, si vedono le splendide montagne circostanti ed innevate che contrastano col verde vivo dell’erba.
Attenzione ai bagni del parco, sono i più sporchi mai visti in viaggio! Se potete aspettate di fermarvi in una stazione di servizio.

La TORRE DI BURANA è un antico minareto in parte accorciato dopo il terremoto di inizio secolo scorso, è alta ora 24 mt. ed è circondata da un terreno erboso aperto con figure in pietra (balboli) raffiguranti facce stilizzate di uomini che portano una coppa da bere (pace) oppure spade (portatori di guerra). Qui incontriamo una scuola di studenti militari che si fa alcune foto con noi.
A pranzo ci fermiamo in un posto molto tipico, KATTAMA, che poi è il nome di un pane tondo fritto, qui nella versione con verdure, fondato da una donna che fa un pane particolare con versura, servito con panna acida e uova sode e tè al latte. Vicino al suo negozio ne sono sorti altri che servono lo stesso piatto. Qui ci sono anche toilette pubbliche per 10 cent.
Proseguiamo poi per il RADUGA RESORT nella località di Kurskoe, sul lago, un enorme complesso che durante l’estate si riempie di turismo locale ma che ora ha un’aria un po’ spettrale.
Ceniamo in hotel con buffet di verdure, con le onnipresenti carote condite con aceto di mele e aneto, e poi assaggiamo un piatto di ottimo agnello con patate. Peccato che la cena venga servita esclusivamente dalle 19 alle 20.
Dopo cena ci troviamo al primo paino della reception…non c’è nessuno e noi beviamo vodka fino alle 22,00.
Giorno 4 di visita – 26 aprile
Oggi andiamo verso la città di KARAKOL, sulla sponda est del lago, e pertanto ci avviciniamo al confine con la Cina. Infatti questa sera saremo ospiti, per cena , da una famiglia della minoranza etnica Dungan, che identifica un popolo musulmano di origine cinese e che ha un propria tradizione culinaria (fantastico il pane al vapore).

Ci fermiamo alle GOLE DI AK_SUU (Gorge) per un trekking in un paesaggio decisamente alpino in un freddo tagliente, durante il quale incontriamo varie mandrie di cavalli, ma prima visitiamo le pitture rupestri con balboli al MUSEO DEI PETROGLIFI DI CHOLPON ATA.

Le Gorge sono lontane e si arriva dopo un lungo sterrato. All’arrivo, in un punto indicato da Guyzel, ci inerpichiamo su per la montagna su un terreno erboso con la salita su prato per circa 2 ore A/R, al rientro facciamo una sosta su un fiume con biscotti e succhi (oggi saltiamo il pranzo) e infine arriviamo a Karakol, in tempo per visitare la colorata moschea cinese Dungon mosque (costruita dai musulmani scappati dalla Cina nel 1877 senza l’utilizzo di chiodi, tutta azzurra!) e la bella chiesa ortodossa russa Holy Trinity, tutta in legno, accanto alla quale è costruito un campo sportivo.
Poi passiamo da Globus per fare la spesa per i pranzi dei prossimi due giorni (io spendo 702 som). Proseguiamo per il GREEN YARD HOTEL, consigliatissimo, e ci sistemiamo, poi andiamo a fare la cena Dungan in casa privata.
Passiamo poi una piacevole serata bevendo vino rosso dolce in hotel con ottima zona comune, con acqua alla spina e shop delizioso (50 som per vino dolce locale e 1450 som per un paio di bellissime pantofole, 110 som per piccolo miele).
Giorno 5 di visita – 27 aprile
Oggi partiamo da Karakol dopo una sontuosa colazione e ci dirigiamo verso LA VALLE DI JETI OGUZ dove, all’entrata della valle, troviamo anche la scritta gigante, per una foto molto “instagrammabile”.

Dapprima incontriamo la formazione rocciosa Broken Hearth e da qui facciamo un piccolo trekking alla fine del quale apparecchiamo per brindare con spumante locale, invero imbevibile, di fronte alle SEVEN BULL, e ci divertiamo a fare foto in costume kyrghizo.
Lo scenario è molto suggestivo e la passeggiata si snoda tra cupole rocciose rosso vivo che sembrano pettinate dal vento e che contrastano col verde vivace della vegetazione. Ovviamente il tutto contornato dalle immancabili montagne della catena del Tien Shan, coperte di neve con i loro 7.000 metri.
Proseguiamo poi in pulmino percorrendo a ritroso la stessa valle e dopo poco entriamo in altra valle, la GOLA DI BARSKOON che ci conduce alle Barskoon Waterfall.

Io non faccio il giro ma rimango a fotografare il monumento a Yuri Gagarin e prendo un tè con gli autisti. Il gruppo fa un ripido trekking alle 2 cascate ed al loro rientro mangiamo qui al sacco.
Dopo pranzo usciamo da questa valle, che alla fine condurrebbe ad una miniera, e andiamo a visitare SKAZKA CANYON, tra i luoghi più belli visitati, dove facciamo un trekking piacevole sulle rocce di argilla multicolori che si mescolano alla vista del lago azzurrissimo, complice un bel sole splendente.

Proseguiamo per la cittadina di BOKONBAEVO, dove dormiamo nella HOMESTAY (Guest House Ulukbek) in stanza doppia col bagno esterno (il miglior bagno del viaggio!) e ceniamo in una splendida Yurta con spettacolo di musica tipica molto interessante. La sera nella nostra casa ci sentiamo un po’ come alla gita scolastica e tiriamo tardi tra chiacchiere e vodka.
Giorno 6 di visita – 28 aprile
Oggi lunga giornata di trasferimento a CHON KEMIN.
Al mattino, prima di lasciare BOKONBAEVO, andiamo a vedere i cacciatori con le aquile, molto interessante e ovviamente facciamo molte foto. Dopo aver pranzato al sacco lungo la strada, in un bello scenario sul fiume, arriviamo presto alla ASHU GUESTHOUSE e facciamo un giro del paese, davvero bruttino, e ci concediamo relax e ancora relax con aperitivo di birre nella piacevole sala comune tutta in legno ed in terrazzo. Alcuni vanno in piscina. La cena, in Guest House, è deliziosa, e contempla tante verdure, pani vari e il famoso plov, comunque meno convincente rispetto a quello uzbeko.

Giorno 7 di visita – 29 aprile
Oggi ci prepariamo per uno dei momenti clou del viaggio: la passeggiata a cavallo che, per circa 3 ore, ci condurrà per sentieri di montagna e ampie vallate. E’ un’esperienza da fare, alla portata di tutti e col sole tiepido è particolarmente piacevole. Unica attenzione, mettere i pantaloni lunghi per evitare le zecche e sapere che poi andranno messi da lavare.


Ci fermiamo a mangiare nel ristorante del maneggio in una sala magnificamente addobbata (Guest House Jecksen). Il pranzo si conclude, all’esterno, con la bruciatura dei rami di albero il cui profumo ha poteri propiziatori e di purificazione…il popolo kirghizo è davvero un po’ “mistico”.
Dopo l’avventura a cavallo ci aspettano circa 2 ore per il rientro in pulmino a Biskek e, dopo una bella doccia e cambio di vestiti, ci dirigiamo in centro per fare gli ultimi acquisti approfittando dei alcune bancarelle bellissime dove facciamo davvero buoni affari, allestite per una festa che stasera si tiene in città.
Torniamo poi a cena al ristorante Pishpek, dove assaggiamo un altro piatto locale, un bollito con verdure e salse che tanto ricorda il mio bollito bolognese.
Salutiamo gli autisti, davvero bravi, e ringraziamo la nostra guida Guyzel, che ormai è diventata un’amica, e ne approfittiamo per dare loro una mancia (circa 1euro al giorno ad autista e 3 euro al giorno per la guida, ovviamente moltiplicato per 16).
Il giorno successivo, il 30 aprile, partiamo presto per l’aeroporto per prendere il nostro volo veros le 9 del mattino.
Considerazioni finali:


In Kyrghyzstan non c’è turismo europeo, gli unici turisti sono i russi che vengono al lago a passare le vacanze estive o a fare trekking. Per cui il Paese è davvero autentico ma, a mio avviso, occorre farlo con una agenzia locale, per sapere cosa andare a vedere, soprattutto da un punto di vista naturalistico, e per capire la lingua. Non troverete una guida in italiano e pertanto è richiesto di sapere almeno un po’ di inglese.
Viaggio davvero interessante per scoprire come vivono in questi luoghi, finora davvero poco attenzionati dall’informazione globale. Indicato soprattutto per chi ama i paesaggi montani e il trekking.
Ultima indicazione. Per quanto riguarda internet e cellulari, ho visto che vendevano le Sim locali, ma questa volta non l’ho acquistata, anche perché ho sempre trovato un ottimo wifi in hotel e anche nei ristoranti, per cui sono stata spesso connessa comunque.
Alla prossima avventura!
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