Madagascar e la piroga Vezo, quando una travel designer vuole regalare a se stessa una vera avventura. Dall’Italia mi era sembrata una gran trovata per movimentare il viaggio, neanche ce ne fosse stato bisogno. Avevo pensato; perché usare di nuovo un’auto quando possiamo navigare? Ci metto un bel trasferimento in piroga tradizionale, ero così eccitata per questa soluzione bizzarra e originale.
itinerario del mio viaggio in madagascar
L’itinerario del mio viaggio percorrendo La Route Nationale RN7. Trafficata malmessa e lentissima, è la strada statale principale che da Antananarivo arriva fino a Tulear su un percorso di circa 1000 km.
Antananarivo – Antsirabe – Ambositra – Ranomafana – Fianarantsoa –Ambalavao –Ihosy –Ranohira – Isalo national park – Tulear – Bekodoy – Ankasy – Mangily – Auberge de la table – Antananarivo.
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parlando di madagascar
madagascar la piroga vezo
Ecco, si certo, la piroga vezo, io una vera piroga malgascia non l’avevo mai vista.
La piroga vezo del Madagascar (praticamente uguale ai jukung indonesiano), chiamata nel dialetto locale lakana, è ricavata da un unico pezzo di tronco scavato, lungo circa sei metri. La larghezza non supera i sessanti centimetri, infatti è decisamente ” stretta e scomoda “
Sullo scafo vengono aggiunte cinque e sei tavole messe di traverso, che servono da sedute e alle quali si aggancia con un sistema d’incastri il bilanciere. Al centro della piroga si trova una tavola forata, dove viene inserito il palo che sorregge la vela. La vela se vogliamo definirla tale, è molte volte solo un semplice telo ricavato da vecchi sacchi di riso.

La piroga Vezo del Madagascar, sta Bru idea me la boccio da sola, penso convinta mentre giro e rigiro intorno al tronco galleggiante, sollevo uno dei bastoni che usano come remi, sono allibita.
Sposto lo sguardo verso il mare che con l’alta marea ha assunto un colore verde scuro, è cupo e minaccioso, osservo le strane correnti del canale del Mozambico, e le onde che si formano per il forte vento che spira a 45 chilometri l’ora da sud est, contrario, ovviamente.
No, ho scherzato, la piroga la lascio ai Vezo.
smeralda bay isolati dal mondo
E invece la piroga sembra l’unico mezzo per fare il trasferimento, perché qua non c’è nessuna auto, a noi andrebbe bene anche un Apecar o un carretto trainato da zebù. A Smeralda bay non c’è linea telefonica o internet, per dire a una qualsiasi agenzia di Tulear, veniteci a prendere.
E adesso come si fa ? i ragazzi della guest house non sono riusciti a prendere contatto con nessuno, certo non è che si siano dati tanto da fare, dopo tanti anni passati qua, mora mora, fa parte del loro vivere.
Mauro decide di farsi a piedi i nove chilometri tra le dune sabbiose che ci separano da Salary, per chiedere aiuto, torna molte ore dopo, sconvolto dal viaggio e a mani vuote, non c’è nessun mezzo disponibile.
la piroga vezo del MADAGASCAR
Bekodoy – ankasy 32 km 9 ore in piroga Vezo e a piedi
La piroga vezo rimane l’unica possibilità per andarsene, quindi rassegnati e rasserenati dal vento, che è notevolmente calato diventando una brezza leggera e piacevole, fissiamo la partenza per le 6.30 del mattino dopo.
Ci svegliamo con un’alba meravigliosa, il mare è liscio come olio, incastriamo noi e i nostri bagagli nello spazio scomodissimo e stretto, e adesso si viaggia alla maniera Vezo.



Davanti a noi si aprono baie bellissime, incontaminate e selvagge, mai calpestate da piede umano, ogni tanto vediamo anche piccoli villaggi isolati.
Intervalliamo la navigazione con lunghi tratti a piedi, per alleggerire i rematori.


Dopo qualche ora i rematori provano a montare la vela, arriviamo fino alla barriera e navighiamo paralleli a essa, il mare ha la trasparenza di un cristallo, ma il vento contrario e le grandi onde ci fanno desistere e ritorniamo sotto riva.
Splendida solitudine
Passano le ore e i nostri occhi si riempiono di meraviglie mai viste prima, i poveri rematori però sono esausti, onestamente non so come facciano ancora a resistere. Anche noi siamo stanchi, sono otto ore che siamo in mare, senza cibo e acqua, stretti in uno spazio minimo e scomodissimo.



Nel primo pomeriggio attracchiamo in una baia riparata nei pressi di un villaggio, a poco a poco tutta la gente arriva in spiaggia e ci circonda curiosa. I rematori ci dicono che mancano ancora sette chilometri all’arrivo, ma da qua, dobbiamo proseguire a piedi e da soli, la marea sta salendo, diventa pericoloso navigare, e oltre non si riesce ad andare.

Mauro è scalzo, perché ha regalato le sue scarpe a un ragazzo incontrato nell’ultimo misero villaggio. Non sappiamo cosa fare, prendiamo quello che sembra un sentiero e ci incamminiamo. Sono la prima della fila, penso di avere un miraggio perché intravedo tre quad parcheggiati sotto un alberello, poi una mini auto e infine quattro persone.
Non è un miraggio, è reale, sono dei ragazzi tedeschi che stanno andando a Salary, uno di loro ha forato la propria moto e si sono fermati a ripararla. Chiedo aiuto, sono disposti a darci un passaggio, ma solo se li paghiamo.

Alla faccia della solidarietà tra viaggiatori ! Certo che li paghiamo ovvio, in quel momento gli avremmo dato tutto.
Madagascar del sud
Sono passate nove ore dalla nostra partenza, e finalmente siamo arrivati a destinazione.
Ma l’avventura non è finita, mancano i nostri bagagli, dove, per essere sicuri che non si bagnassero, abbiamo messo tutti i nostri averi, documenti, passaporti e soldi. Dopo circa due ore arrivano anche i pescatori con i nostri averi, finalmente possiamo bere una bibita fresca brindando a questa incredibile avventura.
Noi viaggiatori spesso ci facciamo prendere la mano nel voler essere originali, innovativi, osando sempre qualcosa in più, la cosa mi piace, per me un viaggio è sempre un’incognita, una nuova sfida, in questa occasione però ho sentito il peso di questa scelta azzardata.
Mauro, Gabriella e Franco sono stati splendidi compagni di questa avventura. Devo ammettere che è stata un’esperienza autentica, vera, unica, abbiamo visto posti meravigliosi, provato forti emozioni e quest’avventura in Madagascar con la piroga vezo, non la scorderemo mai.
meraviglia unica Ankasy lodge
Che bello questo posto, Ankasy lodge, ha solo cinque ville affacciate sul mare. L’energia elettrica è garantita da pannelli solari. In bagno c’è l’acqua corrente ma solo fredda, per farsi la doccia si usa miscelare una tanichetta di acqua lasciata scaldare al sole, con quella fredda, si mette in un secchio e con un mestolino ci si lava, sembra complicato ma in realtà è abbastanza pratico. Non si può usare l’asciugacapelli ma visto che “ nessuno pettina bene come il vento “ non è un grosso problema.


I nostri giorni passano tra lunghe passeggiate in esplorazione delle baie, sono giorni di puro sano riposo per il corpo e la mente.
Ankasy, dove il tutto è fatto di luce, colori vivi, mare, vento e tramonti favolosi.


Con l’arrivo della notte, possiamo ammirare un cielo punteggiamo da un milione di stelle, cosi luminose e vicine che sembra di poterle toccare. Magnifico osservare la luna nuova, un sottile spicchio che nasce dal basso, sembra quasi un’eclissi e invece è solo la magia del polo Australe, dove tutto è sottosopra.
Madagascar del sud ANKASY – Mangily 50 km 2 ore
Questi giorni passati nel nulla totale sono volati via, dobbiamo riprendere il viaggio, diciamo addio al mare, al vento, alle dune e partiamo.
Mangily, doveva essere la promessa balneare del sud, in molti avevamo creduto in lei ma non è mai decollata, e adesso è un paesetto un po’ polveroso ma con diversi hotel, ville private e una spiaggia movimentata.
Mi ha ricordato Malindi in Kenia, con le bancarelle sulla spiaggia, i parei colorati che sventolano e danno colore. Non potrei consigliarla per una vacanza balneare, il mare non è cristallino e risente molto delle maree, però passare un paio di giorni da queste parti alla fine di un tour non è male.

Riserva di Reniala
Un posto imperdibile è la Riserva di Reniala, ci arriviamo con un carretto trainato da zebù, eh sì, non ci siamo voluti far mancare niente.

La riserva è a protezione di un lembo di foresta spinosa, un ecosistema tipico del Madagascar meridionale, al suo interno ci sono diversi esemplari di Baobab millenari, sono bellissimi e imponenti nella luce rosata del tardo pomeriggio. Nella riserva ci sono diverse specie di lemuri, uccelli, tartarughe e camaleonti.


Riusciamo a vedere diversi camaleonti, delle tartarughe radiate, un serpentello incredibile dalla forma di un ramoscello secco, tanti uccellini colorati, tutte le piante della foresta spinosa.

Il sud ci ha conquistato con le sue meraviglie uniche, abbiamo vissuto vere avventure, incredibili e bellissime, purtroppo siamo alla fine. L’ultima parte del viaggio in Madagascar prosegue a Antananarivo
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